A cura della Redazione
Il concerto serale del 30 dicembre di Michele Zarrillo, in Piazza Bartolo Longo, pare sia stato il nuovo motivo di incomprensioni tra lamministrazione comunale guidata da Claudio DAlessio ed il vertice della Chiesa di Pompei, che notoriamente non gradisce manifestazioni musicali (o altro) nellemisfero settentrionale della piazza dove si trova lingresso del Santuario della Madonna del Rosario. Iniziative che però si svolgono frequentemente durante lanno (con ripresa televisiva) quando organizzate della stessa Chiesa di Pompei al fine di finanziare il restauro della cattedrale o le opere di beneficenza della comunità mariana presente allestero in molti Paesi del terzo mondo. In altre parole, lArcivescovo Prelato Carlo Liberati è convinto che larea di pertinenza diretta della Chiesa di Pompei vada estesa (oltre il sagrato) a tutto il lato nord, anzi a tutta la piazza principale di Pompei. Durante il periodo estivo la Chiesa ha avuto da ridire anche su concerti jazz svoltisi a tarda ora sul lato opposto rispetto alla cattedrale. Riguardo alla manifestazione di giovedì scorso, bisogna osservare che il Comune ha fatto tutte le cose per bene al fine di non pregiudicare i rapporti di buon vicinato già ridotti al lumicino. Ha fatto montare limpalcatura per il concerto lultimo giorno utile in un lato della piazza a margine rispetto alla facciata della chiesa. Il cantante che si è esibito notoriamente non è un melodico (non un urlatore). Del resto tutta liniziativa è stata gestita dallassessore agli eventi Giuseppe Tortora (Udc). Politico notoriamente vicino ai vertici della Chiesa di Pompei, che perciò non ha risparmiato cautele per non turbare il sonno dellArcivescovo e la sacralità del luogo. La vicenda ripropone lantico problema della comunità pompeiana che, anche per la presenza di Enti superiori come la curia vescovile e la soprintendenza archeologica, si trova ad essere priva di spazi pubblici adeguati per manifestazioni turistiche e lo svago legittimo della popolazione.
MARIO CARDONE