A cura della Redazione
La messa in sicurezza del solaio della domus di Fabio Rufo, che è stato opportunamente transennato all´interno degli scavi archeologici di Pompei (iniziativa che rientra nelle misure cautelative adottate dopo il crollo della Schola Armaturarum), ha reso problematico il lavoro degli operai del restauro del prospiciente laboratorio. Si tratta di una palazzina del dopoguerra a cui si accede passando per l’antica domus. La costruzione assicura uno spazio coperto ai restauratori per gli interventi più impegnativi di manutenzione degli affreschi pompeiani, quando le pitture murali vengono temporaneamente staccate dai muri con la tecnica dello “strappo”. La situazione di agibilità del laboratorio al momento è la seguente: resterà chiuso per qualche giorno per motivi di sicurezza ma la direzione pare abbia già dato ordine di aprire un varco di accesso nella costruzione in modo da mettere in grado restauratori di lavorare in piena sicurezza transitando a lato (anziché superare) l’antica domus patrizia. In questo modo le maestranze non correrebbero alcun pericolo. I restauratori degli scavi di Pompei sono attualmente una decina di età media superiore ai cinquant’anni. Sono gli ultimi depositari di un mestiere antico e prestigioso che li ha resi famosi nel mondo intero. Difatti i più bravi (o i più titolati) si spostano frequentemente nei musei dei paesi esteri e nazionali per eseguire delicate “riparazioni” di affreschi archeologici. Nell’ambiente c’è pessimismo per la loro sorte futura. Corre voce che la tendenza sarebbe di portare all’estinzione anche l’ultimo mestiere di antico vanto che é rimasto ancora attivo nella soprintendenza di Pompei. Gli operai ricordano che nello stesso modo (prima temporaneamente poi definitivamente) anni prima fu chiusa l’officina di viale delle ginestre che ospitava fabbri e falegnami. Vale la pena ricordare che la vecchia direzione del soprintendente Guzzo aveva previsto l’impianto di un prefabbricato nell’area adiacente San Paolino nella prospettiva di accogliervi all’interno i restauratori ed altre maestranze interne. Al momento quei lavori sono fermi per cui resta da definire lo stato di sicurezza del laboratorio sito nell’insula occidentale al fine di far ripartire una delle forme più sofisticate di recupero che ancora viene fatto con maestranze nel timore (dei dipendenti Mibac) che anch’esso diventi appannaggio dell’appalto privato. MARIO CARDONE