A cura della Redazione
Ci risiamo. I sindacati hanno fatto sapere che se entro il 31 dicembre non sarà stipulato un nuovo patto resteranno chiuse al pubblico, per mancanza di personale di custodia, ben tredici domus di recente restauro. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto formalmente al soprintendente archeologo, Jeannette Papadopoulos, l’apertura di un tavolo di trattativa in considerazione del fatto che il prossimo 31 dicembre termina il progetto di apertura ordinaria al pubblico di tredici nuove domus all’interno dell’area archeologica di Pompei. L’ultimo accordo per l’apertura delle domus venne sottoscritto lo scorso 22 aprile con l’allora Commissario Delegato Marcello Fiori che, secondo quanto riferiscono i sindacati, prima di lasciare l’incarico (a fine luglio) ha dato assicurazione di aver messo da parte la somma necessaria alla replica del progetto anche per tutto l’anno 2011. “Una mancata convocazione delle organizzazioni sindacali da parte del soprintendente potrebbe pertanto comportare nuovamente l’esclusione dalla visita di larga parte della città antica. Le guide dovrebbero così limitarsi ad accompagnare le comitive di turisti lungo il tracciato di rito, limitandosi al giro per il foro e la visita dei pochi punti rimasti a disposizione del pubblico". In parole povere, facendo riferimento alla stipula di nuovi progetti, i sindacati chiedono indennità aggiuntive a favore del personale di custodia degli scavi archeologici di Pompei. E maggiori compensi a fronte dei sacrifici necessari a coprire un’area di quarantaquattro ettari con personale ridotto, vale a dire con turni di lavoro più pesanti. La problematica della gestione del personale di sorveglianza è una delle tre antiche piaghe degli scavi archeologici di Pompei (le altre due sono date dall’assenza di manutenzione ordinaria e dal degrado esterno al sito archeologico) perché chi gestisce ha a disposizione risorse umane insufficienti che premono per avere più soldi, utilizzando forme di lotta che non giovano all’immagine dell´area archeologica più visitata del mondo. MARIO CARDONE