A cura della Redazione
Le pessime condizioni metereologiche determinano giorno dopo giorno nuovi danni al patrimonio archeologico vesuviano. Che deve succedere ancora perché il Mibac si decida a mettere in piedi un piano d’emergenza? Questa mattina i custodi hanno dato l’allarme per il cedimento di altri due muri. Siamo al terzo grave episodio in meno di un mese. Ricordiamo i precedenti: il crollo del muro della casa del Moralista di ieri e la precedente, quasi totale, distruzione della schola armaturarum (che conteneva preziosi affreschi) del 6 novembre scorso. Questa mattina, intorno alle 7,30, i custodi hanno riferito alla direzione Sanp il cedimento per causa di pioggia di un muro grezzo divisorio tra due case. Aveva l’altezza di circa 2 metri e la larghezza di circa tre metri. Si è sgretolata la parte superiore del muro grezzo in opera incerta, divisorio tra i civici 1 e 2 della regio VII, insula 2, sito lungo la via Stabiana. I custodi, come nei casi precedenti, hanno provveduto a transennare tutta l’area mentre la direzione ha diramato un comunicato stampa per assicurare che sono immediatamente partiti i primi interventi. In pari tempo i custodi hanno rilevato anche il cedimento della parte superiore della parete d´accesso di un piccolo ambiente laterale di servizio della casa detta del lupanare piccolo (Regio IX, insula 5, numero16), chiusa al pubblico. Anche in questo caso si sono stati messi in cantiere gli interventi di manutenzione. Le cadute di tali parti murarie sono causate, secondo gli esperti della soprintendenza, dalla perdita di coesione della malta antica che le legava a seguito delle martellanti piogge di queste impietosi giornate autunnali. “Si tratta di episodi possibili - dichiara la Soprintendente Jeannette Papadopoulos - nel corso della vita di uno vasto sito archeologico di duemila anni, soprattutto in condizioni climatiche come quelle di questi giorni e che non devono generare alcun allarmismo né generare casi sensazionalistici”. La soprintendente ad interim di Pompei, che solo da poco ha preso possesso del prestigioso e delicato incarico, ha cercato di tranquillizzare l’opinione pubblica giustamente preoccupata mentre sui ripetuti crolli a Pompei proseguono le indagini della magistratura che, come ha detto il procuratore Diego Marmo, vuole vederci chiaro soprattutto perché in qualche caso c’era stato un precedente restauro che non è servito a prevenire il crollo. Intanto, preoccupano le condizioni del tempo ed il fatto che il Ministero non abbia ancora stanziato mezzi e misure urgenti. Preoccupano soprattutto le condizioni del terrapieno nella zona nord di via dell’Abbondanza: è inzuppato d’acqua e potrebbe franare in qualche suo tratto da un momento all’altro. A rimetterci potrebbe essere qualche edificio di maggior pregio. Intanto a Pompei “non crollano solo i muri, crollano anche i diritti”. Lo annuncia la Filacams Cgil che porta avanti la battaglia per l’inserimento delle «clausole sociali» nei nuovi contratti d’appalto per evitare il licenziamento dei precari nella convocazione di una manifestazione di sostegno, fissata per domani mattina nell’area esterna degli scavi di Pompei di Porta Marina Superiore. MARIO CARDONE