A cura della Redazione
L’aveva anticipato Antonio Varone. Il direttore degli scavi di Pompei, durante il sopralluogo di una delegazione della commissione Cultura nell’area archeologica, guidata dalla presidente Valentina Aprea, ci aveva spiegato che a crollare era stata solo la parte alta delle mura della Domus dei Gladiatori, insieme al tetto di cemento armato montato con il restauro anni ´40. Ed è arrivata anche la conferma autorevole del presidente del consiglio superiore dei Beni Culturali. L’archeologo Andrea Carandini ha ribadito che a cedere è stata esclusivamente la parte muraria montata per disposizione di Amedeo Maiuri, successivamente al bombardamento di guerra della Schola Armaturarum. A frantumarsi sarebbe stata, dunque, solo una patacca, senza danni di rilievo per il patrimonio archeologico nazionale. “Le uniche opere autentiche sono le pitture della parte inferiore delle mura perimetrali della domus – ha tenuto a precisare Carandini –. Il resto è falso". Anzi, secondo il famoso studioso, è addirittura una fortuna avere l’opportunità di sostituire, con il nuovo restauro, che sarà presto dato in appalto, il tetto di cemento (tipico di una certa epoca) con uno (attuale) in legno lamellare. Carandini coglie l’occasione per precisare, però, che la situazione di Pompei è da considerarsi lo stesso drammatica perché manca la manutenzione sistematica. In poche parole, il lato positivo del crollo della domus è che ha fatto aprire gli occhi a chi di dovere sulla mancanza di manutenzione ordinaria, mentre quella straordinaria viene data in appalto a terzi con notevole ritardo rispetto alle urgenze, se è vero che servirebbero 250 milioni di euro per portare a regime il sito di archeologia romana più famoso al mondo. Vale a dire che solo dopo quei lavori, i circa 30 milioni annui che entrano in cassa con la vendita dei biglietti potrebbero essere impiegati esclusivamente per riparare i danni al monumento causati dal turismo di massa. Sulla mancanza di manutenzione ordinaria negli Scavi si registra anche la denuncia del sindacato, che da tempo chiede nuove assunzioni per sostituire il personale in pensione. Il sindacato Uil ha fatto sapere dell’esistenza di un registro delle segnalazioni dei custodi. In esso vengono annotate tutte le novità della giornata relativamente a crolli, intrusioni esterne o eventuali furti. Questo registro, gestito dal capo dei custodi, viene ogni giorno consultato dalla direzione SANP. Ora il sindacato dichiara che la mancanza di controlli è dimostrata dal fatto che, alle segnalazioni di crolli parziali antecedenti al crollo della dumus delle armi, non è stato dato seguito mettendo in campo controlli cautelativi al fine di prevenire ulteriori cedimenti di muri che alla fine si sono verificati. MARIO CARDONE