A cura della Redazione
Il crollo della casa dei gladiatori negli scavi archeologici di Pompei è stato ovviamente l’argomento più dibattuto nel Consiglio comuanle di ieri, nonostante gli argomenti all’ordine del giorno fossero il conferimento della cittadinanza onoraria al principe Sergio di Iugoslavia ed allo stilista Giorgetto Giuggiaro, insieme a regolamenti e debiti fuori bilancio. I capigruppo, in sintonia con il presidente del Serrapica, hanno ritenuto importante il dibattere in Assise la missiva del primo cittadino sul crollo dell’antica casa delle armi. “Condividendo la preoccupazione e lo sgomento del Presidente della Repubblica per le sorti del patrimonio archeologico pompeiano si fa appello alle più alte carche dello Stato perché si intervenga al più presto per la tutela del grande patrimonio archeologico”, ha scritto Claudio D’Alessio, riservandosi chiarimenti sull’annunciata privatizzazione e sostenendo il ripristino della funzionalità operativa delle istituzioni preposte. Il dibattito ha fatto emergere il contrasto d’opinione sull’attività di governo e, segnatamente, del commissario all’emergenza della Protezione Civile, Marcello Fiori, che per cinque anni ha gestito l’area archeologica ed ha lasciato annunciando che lo stato di emergenza era stato superato. Michele Genovese (Pdl) ha illustrato i numerosi interventi di Fiori a tutela del patrimonio archeologico vesuviano, aggiungendo che non si poteva fare tutto. Al contrario Mancino (Pd) ha fatto notare come alcuni interventi (cura dei cani, pista ciclabile, mostra sul Vesuvio) hanno distratto risorse agli alla tutela e restauro del monumento. Cipriano (lista autonoma di maggioranza) ha commentato la dichiarazione stampa del primo cittadino sul costo sostenuto per assicurare i servizi per l’accoglienza dei turisti facendo notare a sua volta che Pompei vive l’attuale crisi economica con grande difficoltà, come dimostra il recente suicidio dell’operaio disoccupato. “Solo poche famiglie di piazza Anfiteatro traggono beneficio del turismo mordi e fuggi degli Scavi, mentre a pagarne le spese sono la totalità dei residenti”. MARIO CARDONE