A cura della Redazione
Lo svessamento dei rifiuti nella Cava Sari, secondo quanto concordato recentemente tra i 18 sindaci dell’hinterland vesuviano ed il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, rappresenta l’unica soluzione per eliminare i rifiuti dalle strade di Pompei. Spazzatura che si stima intorno alle 400 tonnellate. Dieci giorni dovrebbero bastare per entrare a regime (senza arretrati) con la raccolta dei rifiuti. E’ quanto è stato anticipato dall’assessore RSU della giunta D’Alessio, Amato La Mura, in considerazione del fatto che ogni carico su mezzo pesante della ditta Igiene Urbana è di circa 20 tonnellate, dal momento che sono solo i rifiuti secchi a creare il problema delle giacenze per la mancanza della possibilità di conferimento. Essi vengono ritirati presso i condomini, gli enti pubblici e ditte private a giorni alterni. A cosa è dovuta la formazione di cumuli agli angoli dei caseggiati, con sacchetti di plastica pieni di spazzatura che volano per ogni dove, mossi dal forte vento degli ultimi giorni? E’ ancora La Mura a spiegare che la crisi recente è iniziata da quando si è fermato il prelievo regolare, vale a dire dalla fine dei tre giorni della festa della città (praticamente nella metà del mese di ottobre). La Festa della città di Pompei ha richiesto la massima efficienza nel settore del ritiro della spazzatura dalle strade, finalizzata alla difesa dell’immagine turistica della città. Successivamente, lo sversamento dei rifiuti, previsto presso il sito Caivano, non è proceduto secondo i programmi. E’ stato perso più di un colpo e si sono formati ritardi a causa delle rimostranze dei residenti, che hanno allungato i tempi d’attesa. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Almeno per quanto riguarda Pompei, si sono determinate le condizioni per uno stato d’allarme ambientale, poche volte raggiunto in precedenza. Ora c’è un piano che fa ben sperare per il futuro: in primis, si sta attrezzando, secondo le istruzioni Arpac, il sito provvisorio di via Nolana (in prossimità del cimitero). In secondo luogo si pensa di tornare ad un conferimento giornaliero di 20 tonnellate alla cava Sari, recentemente bonificata a norma di legge, per cui la prima ed unica cava operante a Terzigno non dovrebbe più generare miasmi. Essa sarebbe riservata esclusivamente alle esigenze dei 18 comuni vesuviani. MARIO CARDONE