A cura della Redazione
Lo sforamento del patto di stabilità della Regione Campania determina a Pompei le prime conseguenze negative a causa della alla decisione di sospendere il finanziamento dei lavori pubblici d’interramento della linea ferrata della Circumvesuviana che divide in due il la città. Ieri la conferenza dei capogruppo ha autorizzato il presidente, Ciro Serrapica, a convocare un consiglio comunale monotematico (che dovrebbe tenersi per la metà del mese di settembre). L’intento è di manifestare pubblicamente il dissenso su una scelta politica che, pur se presa in un periodo di crisi finanziaria, suona come penalizzante per i cittadini di Pompei, che all’interramento della linea ferrata avevano collegato speranze e progetti. Il progetto risale al 1998. E’ destinato a dare respiro al centro storico di Pompei oltre che a risolvere alla radice i problemi di viabilità che sono collegati al traffico intenso determinato dalla chiusura, ogni quarto d’ora, del passaggio a livello che separa il centro da via Nolana, arteria di collegamento con i paesi dell’area vesuviana e con la periferia nord di Pompei. Le opere pubbliche progettate prevedono, oltre all’interramento del tratto della linea Pompei-Poggiomarino, la creazione di due nuove stazioni: Pompei Santuario, disegnata da Eisenmann, e Villa dei Misteri, progettata dallo studio Fiorentino. In particolare, il progetto dell’architetto statunitense Peter Eisenmann ha mosso molte aspettative per la sua concezione originale ed innovativa. Presenta una ragnatela di linee e strutture che si intersecano, tra le quali sono previsti pannelli trasparenti per dare luce naturale sia agli spazi della stazione che a quelli sottostanti interessati dal transito dei convogli. Ora questo progetto, come l’interramento della linea ferroviaria rischia di finire nel libro dei sogni come è stato in precedenza per il museo archeologico che doveva sorgere in Piazza Immacolata. A questo punto il dibattito che ci sarà in aula assumerà inevitabilmente linee propositive per un cambiamento di rotta della Regione ma anche note per un ripensamento critico sulle alleanze che il gruppo politico capeggiato da Claudio D’Alessio ha allacciato a livello regionale, se è vero che nei sei anni della sua amministrazione non è stata varata dalla Regione alcuna grande opera urbana per la città. MARIO CARDONE