A cura della Redazione
"Non appare corretta l´affermazione che la Corte dei Conti avrebbe riconosciuto la legittimità dell´operato della Protezione Civile". Un comunicato della magistratura contabile "ai fini di chiarezza e completezza d’informazione" ribadisce la sua posizione, “correggendo” un comunicato del Dipartimento guidato da Bertolaso. La massima magistratura contabile italiana ha ribadito in questo modo i propri dubbi sulla legittimità dell’intervento della Protezione Civile sull´area archeologica di Pompei “espressi” nei giorni scorsi. Il punto è che in un tristemente noto periodo di crisi del turismo campano, dovuto al degrado ambientale, il governo ha considerato come un’emergenza per l’economia locale il calo del numero dei turisti diretti agli Scavi di Pompei. Non è stato il presunto pericolo del patrimonio archeologico a muovere l’intervento per il semplice motivo che esso non sussisteva. I due commissari straordinari che si sono succeduti a Pompei (Profili e Fiori), anziché mettere in campo iniziative eccezionali per la salvaguardia del patrimonio archeologico vesuviano, hanno puntato sull’incremento del turismo culturale locale, utilizzando a piene mani i fondi vincolati per legge al restauro dei monumenti per dirottarli parzialmente verso iniziative di altra natura. Sono partite così campagne per l’affido di cani abbandonati, una mostra sul rischio Vesuvio e tanti altri interventi, che sotto la voce di Pompei Viva hanno riguardato manifestazioni turistiche collaterali. A riprova dell’assunto è che ora che un decreto di governo ha dichiarato superato lo stato di crisi si sbandierano come risultato dell’intervento emergenziale i dati statistici del numero di visitatori ai siti archeologici vesuviani, che sono poi gli stessi numeri ante crisi spazzatura. Attualmente Marcello Fiori ha fatto già le valigie ma potrebbe tornare a Pompei, considerato che all’inizio di quest’anno è stato assunto come direttore generale nel ministero dei Beni Culturali. Se tornerà gli toccherà fronteggiare la protesta incombente del ceto scientifico sull’operazione di restauro del Teatro Grande, dove non solo si denunciano lavori invasivi ma anche scantonamenti operativi che riguardano l’aumento esorbitante delle spese preventivate ma soprattutto l’iniziativa strategica di ridurre il Tetro Grande di Pompei alla funzione di location estiva per le manifestazioni musicali del teatro San Carlo di Napoli. MARIO CARDONE