A cura della Redazione
Non si sono esauriti i veleni, spruzzati in abbondanza tra sindaco di Pompei, Claudio D’Alessio, e maggioranza annessa contro i due disobbedienti dell’MpA (e viceversa). Prima è uscito un manifesto che li ha messi fuori gioco per aver tradito gli ordini di scuderia nello scrutinio segreto per l’elezione della commissione tecnica del comune di Pompei, organismo determinante nell’espletamento delle pratiche di condono. Sembrava pace fatta dopo il recente incontro a quattrocchi tra D’Alessio e Desiderio ma le cose hanno preso, successivamente, il verso opposto. In un secondo momento l’annullamento a sorpresa di una gara d’appalto di manutenzione delle strade, che rientrava nel pacchetto di iniziative concordate con la stessa componente, ha acceso la scintilla che ha fatto saltare i nervi al trio Conforti, Desiderio e Malafronte. E’ partito un duro monito per la rivalsa al massimo livello politico (interpartitico) e, se nel caso, anche il ricorso in tribunale, contro un manifesto che ritengono irregolare sia nella forma che nella sostanza. Insomma i due consiglieri, autori della clamorosa beffa che ha portato nell’ufficio tecnico Rosa anziché Chiocchetti (come concordato in precedenza) non vogliono essere relegati nell’opposizione. Loro ne fanno una questione di principio e di dignità politica ma è anche vero che non intendono perdere la posizione conquistata in campagna elettorale. Tra l’altro devono spiegare all’opinione pubblica perché tanta “passione” per Rosa. Di parere opposto i loro (ex) colleghi di maggioranza. Alcuni di loro soffiano sul fuoco della discordia, specialmente gli ideologi dell’operazione Tortora (dall’opposizione è diventato poi assessore). “Non sono stati scorretti nei confronti del sindaco – affermano, riferendosi ai due disobbedienti – ma sono stati sleali nei nostri confronti, perché con noi avevano assunto un impegno reciproco. Ora se ne devono andare. Non c’è più posto per loro nella nostra maggioranza”. D’Alessio è preoccupato. Deve evitare a tutti i costi che il doppiogiochismo diventi lo sport preferito dei suoi consiglieri di maggioranza anche perché finirebbe per diventare il bersaglio di un inevitabile “tiro al piccione” finale. Ecco perché dedicherà la pausa estiva per mettere a punto regole severe: in autunno pugno di ferro in guanto di velluto. Nel frattempo, divieto assoluto per tutti di commentare in pubblico l’increscioso incidente. MARIO CARDONE