A cura della Redazione
L’argomento più trattato a Pompei in questo scorcio afoso di fine luglio è la nuova fase del litigio tra l’arcivescovo Carlo Liberati ed il sindaco di Pompei. Questa volta è l’utilizzo di piazza Bartolo Longo l’argomento della chiacchiera locale che vede la maggioranza della gente schierata a sostegno del suo sindaco, anche perché Liberati non si è fatto molti amici a Pompei a partire dallo stesso clero. La gente che non è andata al mare, commenta davanti ai bar del centro storico, gli ultimi avvenimenti, tra il caffè e l’aperitivo. Parla degli scambi di battute, non sempre riservati, tra i massimi esponenti della comunità cattolica e di quella municipale. Il contrasto nasce dal fatto che l’arcivescovo Liberati non lo dice (ma lo pensa): vuole l’esclusività della Piazza Bartolo Longo, non solamente del sagrato. Desidera che la piazza sia riservata esclusivamente alle manifestazioni religiose ed agli eventi (come quello recente “Le note degli angeli”) destinate a finanziare le opere della Chiesa di Pompei, che sull’altro lato della piazza ha come contraltare Palazzo De Fusco, sede storica della casa comunale. E’ stata proprio la registrazione della trasmissione televisiva di venerdì scorso (o per meglio dire le sue conseguenze sul decoro ambientale della piazza) che ha fatto aprire le ostilità. Il disguido è nato dalla circostanza che essa è stata lasciata invasa da spazzatura di ogni genere. “Non è questo il modo”. Il sindaco D’Alessio si è fatto sentire. Ha protestato formalmente a telefono con l’organizzatore della “registrata televisiva” non senza dare mandato all’assessore La Mura del prelievo fuori contratto della spazzatura lasciata nella piazza. La proverbiale intransigenza di Liberati non si è vista in questo caso. Sabato sera, invece, si è presentato lo scenario opposto: è stato l’Arcivescovo a protestare. Un concerto Jazz sul lato “laico” di piazza Bartolo Longo ha mosso le rimostranze del Prelato in quanto la musica disturbava una dell’associazione Lions di Pompei che si teneva in contemporanea dentro al Santuario della Madonna del Rosario. Gli stretti collaboratori di D’Alessio dicono che é esasperato dai continui richiami. Si é deciso a vuotare il sacco. Uno di questi giorni intende presentare il conto delle prestazioni del Comune a favore Chiesa dato che, a suo dire, dall’altro lato invece dei ringraziamenti arrivano solo rimproveri. MARIO CARDONE