A cura della Redazione
L’apertura del cantiere di trasformazione edile sul sito industriale di via Campo D’Aviazione ha suscitato pressioni per l’aggiudicazione degli appalti e gli incarichi professionali. Mosse da questo stato di cose le rappresentanze politiche di maggioranza e minoranza di Pompei si sono attivate ognuna a modo suo. Non é un caso se nel giro di una settimana è stata in un primo momento convocata una riunione informativa presso la regione Campania (a cui per la verità si sono presentati solo i sindacati) sollecitata da Pietro Diodato, il presidente della commissione alle Attività produttive. Poco dopo, l’Amministrazione comunale di Pompei ha dato notizia della firma di un protocollo di legalità inerente alla trasformazione del sito industriale Aticarta. In esso sono state coinvolte la società CoopSette, firmataria della convenzione regionale di trasformazione produttiva dell’area industriale ex Aticarta e la sottostante Fergos s.r.l. che ne ha rilevato la proprietà e l’attività di trasformazione. Sono previste due fasi dei lavori edili: prima la demolizione dei padiglioni manifatturieri, successivamente la costruzione di un centro commerciale e dei sevizi annessi. Il sindaco D’Alessio ha dato notizia della comune intesa con le società private di perseguire comuni obiettivi del legalità, vale a dire rispetto della normativa antinfortunistica ed assenza della delinquenza organizzata dal tessuto aziendale. Restano le indebite pressioni che qualcuno ha visto anche nelle minacce contenute nei manifesti abusivi apparsi recentemente sulle mura di Pompei. Qualcuno, a ragione o a torto, ha inteso intravedere in essi la partenza di una stagione intimidatoria che ha qualche precedente a Pompei. Essa trova fondamento nelle ingenti risorse finanziarie che saranno messe in campo per la costruzione del centro commerciale ed in un secondo momento dalla creazione di circa ottocento posti di lavoro. Negli ultimi giorni sono state denunciate e fermate presenze fuori luogo sul cantiere di lavoro. Sono i primi sintomi di uno scenario che già ha accompagnato situazioni precedenti dello stesso genere. Opportuno, a questo punto, l’intervento ad ogni livello del ceto istituzionale al fine di eliminare alla partenza elementi di negatività che possono portare ad ulteriori rallentamenti di un’opera d’interesse pubblico già in ritardo rispetto ai tempi programmati. MARIO CARDONE