A cura della Redazione
Il secondo evento di musica sotto le stelle “targata Muti” nel teatro grande di Pompei, in replica dopo l’inaugurazione con la cavea del teatro (messa a nuovo) colma di pubblico, vip ed autorità non ha fermato la polemica sui lavori al teatro Grande negli scavi di Pompei. Le dichiarazione, un po´ tardive, dell’archeologo Antonio Varone, direttore del sito, ha chiarito la portata di molti interventi di natura tecnica. Il direttore degli Scavi di Pompei è persona competente. Le sue considerazioni devono essere prese per buone, salvo prova contraria. Meraviglia, però, che non abbia trovato nulla da ridire sui vizi di forma e di sostanza (si parla di cifra d’appalto fortemente lievitata) che hanno accompagnato la partenza dei lavori. Ci riferiamo alle denunce rese note dal segretario generale della Uil, Giancarlo Cerasoli, che in un suo comunicato ha fatto riferimento anche a “strane” assenze in sede di delibera di commissione di vigilanza, mentre il progetto, sempre a suo dire, non sarebbe passato al vaglio del comitato scientifico del Mibac, l’organismo deputato in via esclusiva al suo vaglio scientifico. A parte il fatto che chi ha partecipato al concerto ha potuto ammirare un teatro all’aperto bello e funzionale agli spettacoli del San Carlo, destinati a proseguire ma certamente diverso dalla memoria storica dell’antico monumento (non si deve essere archeologi per constatarlo), resta la considerazione che nel dibattito, ancora in corso, alcuni, come l’Osservatorio, diretto da Irlando, ha inteso contribuire in forma critica alla salvaguardia del patrimonio archeologico vesuviano dalle responsabilità (se ce ne sono) il cui accertamento compete ad ispettori interni. Altri hanno avuto motivi più o meno chiari per attaccare Fiori ed il suo staff che, però, hanno la responsabilità oggettiva, in questi due anni di permanenza nelle stanze dei bottoni di Villa dei Misteri, di mancanza di dialogo con la società civile ed il ceto dirigente pompeiano. Corre voce a Pompei che dopo l’esclusione alla Bit di Milano della dirigenza amministrativa di Pompei il concerto di Muti sia stata l’occasione dell’ultimo “sgarbo” che l’esecutivo capeggiato da D’Alessio ha dovuto subire. MARIO CARDNE