A cura della Redazione
L’intervento, un po´ tardivo, dell’archeologo Antonio Varone, direttore degli Scavi archeologici di Pompei, ha chiarito molti elementi tecnici sulla polemica riguardante i lavori edili di ristrutturazione del Teatro Grande di Pompei, che sarà inaugurato questa sera con un concerto dei giovani orchestrali del San Carlo di Napoli diretti dal maestro Riccardo Muti. Varone è persona competente. Le sue considerazioni devono essere prese per buone, salvo prova contraria. Meraviglia, però, che il direttore degli Scavi di Pompei non abbia trovato nulla da ridire sui vizi di forma e di sostanza (si parla di cifra d’appalto fortemente lievitata) che hanno accompagnato la partenza dei lavori. Ci riferiamo alle denunce rese note dal segretario generale della Uil, Giancarlo Cerasoli, che in un suo comunicato ha fatto riferimento anche a “strane” assenze in sede di delibera di commissione di vigilanza mentre il progetto, sempre a suo dire, non sarebbe passato al vaglio del comitato scientifico del Mibac, l’organismo deputato esclusivamente al vaglio scientifico dei nuovi progetti. E’ indubbio che sulla vicenda dei lavori al Teatro Grande si sono pronunciati in molti. Alcuni, come l’Osservatorio, diretto da Irlando, ha avuto palesemente l’intento di contribuire in forma critica alla salvaguardia del patrimonio archeologico vesuviano, indipendentemente dal vaglio di responsabilità (se ce ne sono) che non compete certamente ad associazioni o professionisti esterni rispetto al Ministero. Altri hanno avuto motivi più o meno chiari per attaccare Fiori ed il suo staff che però, bisogna dirlo, hanno la responsabilità oggettiva, in questi due anni di permanenza nelle stanze di comando di Villa dei Misteri, di non aver aperto il dialogo con la società civile ed il ceto dirigente pompeiano. Corre voce a Pompei che dopo l’esclusione alla Bit di Milano di sindaco e giunta, sia stata colta l’occasione del concerto di Muti per fare all´Amministrazione comunale (al momento ancora legittima) l’ultimo “sgarbo” con il mancato inserimento, tra gli inviti diramati dal cerimoniale del San Carlo, dei loro nominativi. MARIO CARDONE