A cura della Redazione
Pare che ammontino a più di cinquecento le lettere di diniego che sono partite per raccomandata dalla sede di Piazza Schettino dell’Ufficio Tecnico Comunale di Pompei. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di pratiche di condono edile che riguardano situazioni di abusivismo che non possono essere condonate o che, comunque, non rientrano nei canoni della specifica normativa (per termini o per contenuto) inserita nei vari decreti-legge che devono ricevere pratica attuazione. Sarebbero partite, secondo la direzione UTC, lettere dello stesso tenore anche nei confronti di cittadini-utenti che non hanno provveduto al pagamento delle tasse di urbanizzazione necessarie per il rilascio del condono. Alla fine le pratiche licenziate, con regolare attestato di condono, sono solo alcune decine. Il dato statistico la dice lunga sulla lentezza con cui procede l’operazione condono a Pompei, ben oltre i tempi programmati. Secondo il dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune, il ritardo non sarebbe imputabile alla società Rina Industry, incaricata per l’istruttoria preliminare, né alla burocrazia comunale e neanche alla Commissione Ambientale di Pompei. Il dirigente Nunziata assicura che la società genovese ha ultimato l’istruttoria preliminare delle domande di condono. Procede invece a rilento la presentazione della documentazione integrativa. Molte pratiche di condono sono ferme negli uffici della Soprintendenza regionale dove anche la controparte non dimostra alcuna fretta di mettersi in regola con la legge. Dopo il pagamento dell’oblazione iniziale, contestuale alla piena disponibilità dell’immobile da regolarizzare, i cittadini non hanno nessuna fretta a saldare il conto con l’Amministrazione comunale di Pompei. E’ questo il motivo principale che alcuni mesi fa ha indotto il sindaco Claudio D’Alessio a rivolgere un appello agli interessati con un pubblico manifesto in cui si chiedeva collaborazione per chiudere la parentesi dell’abusivismo a Pompei. Risultati pare che non ce ne siano stati. A questo punto sarà il caso, per l’Amministrazione, di compulsare gi ex abusivi con maniere più persuasive anche perché al Comune notoriamente c’è l’ispezione della Commissione d’accesso ed il capitolo condoni (con 4.300 pratiche, vale a dire una famiglia pompeiana su due interessata dalla sanatoria di legge) è uno di quelli maggiormente scottanti nel quadro generale del fenomeno dilagante dell’abusivismo edilizio. MARIO CARDONE