A cura della Redazione
La Rete dei Comitati Vesuviani non può che esprimere la più grande soddisfazione per il risultato raggiunto dalla missione investigativa che i commissari di Brussel hanno effettuato nelle cave-discariche del Parco nazionale del Vesuvio. In primo luogo perché la petizione presentata dalla Rete, sottoscritta da oltre 3500 cittadini, ultima in ordine di tempo e non ancora discussa in sede Europea (l’on. Mazzoni ha anticipato che formalizzerà al più presto, entro l’anno, l’invito alla Rete di relazionare, a Brussel, in una delle sedute della Commissione petizioni di cui è Presidente ponendola all’o.d.g. ) è stata oggetto di grande attenzione da parte della commissione UE ed in particolare dal capo delegazione on. Judith Merkies (nella foto), alla quale abbiamo spiegato l’enorme valore naturalistico-ambientale del Vesuvio minato dalla scellerata decisone di aprire mega discariche “tal quale”, anticipando che l’indomani avrebbero trovato, a Terzigno, non “una discarica” maleodorante, ma una “bomboniera” confezionata a regola d’arte, completamente ricoperta di terra profumata e senza l’ombra di un gabbiano! In secondo luogo perché a Terzigno nella ex SARI, giovedì mattina, è accaduto un evento straordinario! Un deputato “straniero”, col sorriso sulle labbra, si è sporcata scarpe e mani, ha scavato nella terra del Vesuvio e ha tirato fuori un fusto di inquinante industriale e un enorme pneumatico. Il servizio televisivo l’ha ripresa mentre mostra il “corpo del reato” ai giornalisti e chiede al responsabile di cantiere come mai quel tipo di rifiuto fosse finito lì e se c’erano altri prodotti similari seppelliti. Mentre il dirigente interrogato, come risposta, si vede costretto ad alzare le spalle e, piano piano scomparire oltre le telecamere. Ve li immaginate voi, Deputati italiani, Sindaci e finanche Consiglieri comunali fare un gesto del genere? Ecco perché questo della bella e bionda olandese acquista un significato del tutto speciale. Un evento educativo straordinario che vola sopra le tante chiacchiere di questi anni e le polemiche infinite su monnezza e monnezzari. Un gesto che solo il rispetto per un territorio non “suo”, lontano mille chilometri, ma straordinariamente amato in quel momento, vale da solo la soddisfazione di una lotta lunga, difficile, snervante e impari. Ecco, un gesto d’amore che riconcilia con la politica vera, perché compiuto da un politico, e che rimette a posto tante cose. In primo luogo il rispetto di se stessi e del proprio ruolo, il valore della denuncia e della trasparenza, il non fermarsi a ciò che si vede ma scavare alla ricerca di ciò che si percepisce. Ecco, questa la grande lezione di vita che abbiamo ricevuto tutti, istituzioni e cittadini che, in questi lunghi decenni, abbiamo voltato, troppe volte, lo sguardo dall’altra parte. FRANCO MATRONE