A cura della Redazione
Pubblichiamo la lettera che l´arcivescovo di Nola, monsignor Beniamino Depalma, ha scritto in riferimento all´apertura delle discariche di rifiuti all´interno del Parco Nazionale del Vesuvio. Al Presidente della Regione Campania, dott. Stefano Caldoro Al Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, prof. Ugo Leone Al Sindaco di Boscoreale, dott. Gennaro Langella Al Sindaco di Terzigno, dott. Domenico Auricchio A tutte le Autorità preposte alla tutela del patrimonio ambientale dell’area vesuviana c.c.: Ai sacerdoti e ai fedeli di Boscoreale e Terzigno Gent.mo sig. Presidente della Regione, dott. Stefano Caldoro, gent.mi Sindaci dei comuni di Boscoreale e Terzigno, gent.mi rappresentanti delle Autorità preposte alla tutela del patrimonio ambientale dell’area vesuviana, con cuore di Pastore vi scrivo in merito alla realizzazione della seconda discarica di rifiuti a Terzigno, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, tesoro ambientale di inestimabile valore, culla di storia e tradizioni culturali, terra fertile, luogo contemplativo, che nella sua bellezza è espressione vivente della sapienza del Dio creatore. Un vescovo, come potete facilmente comprendere, non ha soluzioni tecniche né politiche. Può soltanto chiedere alle Istituzioni e a chi le rappresenta un surplus di riflessione, discernimento, confronto. Quando si tratta di tutelare e promuovere il Creato, è infatti necessario valutare con dovizia di particolari l’impatto di ogni singola azione invasiva. L’area in oggetto già ospita una discarica, accettata dai cittadini con spirito di sacrificio in considerazione dell’allarmante emergenza-rifiuti verificatasi tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008. Essa causa già preoccupazioni per ciò che accoglie e per la difficoltà, denunciatami da numerosi cittadini, di applicare controlli severi. È inoltre considerata da molti esperti, nonché da Istituzioni tenute alla tutela del Parco Nazionale, una ferita aperta all’equilibrio paesaggistico vesuviano. Ricevo anche numerose segnalazioni di lezzi che si levano dalla discarica, con apprensioni più che comprensibili per la salute e la qualità dell’aria respirata. Una seconda discarica, di dimensioni ancora più ampie e destinata ad accogliere più rifiuti, desta ancora maggiori preoccupazioni. Tanti sono gli interrogativi dei cittadini e degli studiosi, interrogativi che sono anche miei: si preserverà il Parco Nazionale da un vero e proprio scempio? In che modo? Ci saranno controlli severi a garanzia della salute delle persone? È prevedibile un domani in cui ogni cosa torni al suo posto, e i rifiuti spariscano da simili bellezze naturalistiche? Quando le città ai piedi del Vesuvio godranno del patrimonio storico e culturale loro donate dal Dio creatore? Quando tali ricchezze verranno utilizzate per risollevare l’economia locale, e non come discariche? Quali gli impegni e i progetti in questo senso? Queste mie parole, questi miei dubbi, vi sono posti in maniera sincera e spontanea, senza timore di strumentalizzazioni. La Chiesa di Nola è consapevole che di fronte a problemi di ampia portata, come quello dei rifiuti, occorre pragmatismo e spirito di sacrificio. D’altra parte, però, tutte le volte in cui è possibile occorre applicare il massimo del buon senso e della lungimiranza, perché una soluzione emergenziale non diventi un danno irreparabile per il territorio e per le persone. Credo che questa specifica situazione conceda ancora margini di riflessione e di incontro. La Chiesa di Nola volentieri si offre ad ogni Istituzione, e ai cittadini tutti, come luogo di dialogo e confronto sincero per il bene comune. Con profonda stima assicuro la mia preghiera mons. Beniamino Depalma arcivescovo vescovo della Chiesa di Nola