A cura della Redazione
Settantuno contatti che hanno portato allassunzione del tutoraggio legale di diciotto utenti, con complessive dodici denunce e la celebrazione di tre processi penali che hanno portato otto imputati alla sbarra. Dei tre procedimenti, due sono pervenuti a giudizio. E solo una parte del resoconto della conferenza stampa di ieri mattina di Amleto Frosi, nella sala consiliare di Palazzo De Fusco. Il factotum di Alilacco, lassociazione antiraket ed antiusura, ha operato con i risultati confermati dai dati statistici. Claudio DAlessio, sindaco di Pompei (che ha presieduto insieme allemozionata assessora alla legalità Lilly Loster), con una felice intuizione, ha invitato nel corso del suo primo mandato (anno 2007) liniziativa dellassociazione targata Frosi sul territorio mariano. I risultati sono ora sotto gli occhi di tutti. Pompei, che rivendica nellopinione pubblica limmagine di città turistica, cela nel retroterra sociale presenze inquietanti che devono essere stanate e contrastate. Clamoroso è stato per esempio qualche anno fa il caso di denuncia da parte della ditta che lavorava alla ristrutturazione di Piazza Schettino. Allinizio lAlilacco ha avuto per la sua attività, dal Comune, uno stanzino a fronte strada, al piano terra di Palazzo De Fusco. Con la cerimonia di ieri il sindaco di Pompei ha concesso in comodato gratuito alla benemerita associazione un appartamento di centocinquanta metri quadrati, sito nella villa del clan Cesarano. Fino a pochi giorni quella casa, dopo il sequestro da parte della magistratura, ospitava ancora loriginario proprietario, tale Alfonso Cascone (detto Fonz pezza nculo) affiliato storico del clan del ras Ferdinando Cesarano. Ora Cascone ha dovuto liberare lappartamento che andrà allAlilacco. La stessa palazzina teatro di molte estorsioni nei confronti degli operatori del vicino mercato dei fiori cambia scena ed attori mettendo in campo liniziativa di contrasto alla delinquenza organizzata. I settantuno contatti avuti dallAlilacco hanno avuto diversa origine: ventinove riguardavano la richiesta dinformazioni generiche, tredici la richiesta di chiarimenti sui rapporti bancari, cinque informazioni su truffe subite, sei lindebitamento eccessivo ed infine undici si riferivano a situazioni di usura mentre sette riguardavano fenomeni estorsivi. Frosi non si è limitato ai dati della sua iniziativa ma è sceso nellesame del fenomeno criminale che opera nel tessuto sociale di Pompei con insospettabile vitalità (specie per quanto riguarda lusura). I settori attaccati dalla malavita vanno da quello storico del mercato dei fiori agli appalti pubblici, allagricoltura per finire al commercio, nuova e redditizia frontiera dinsediamento dei tentacoli della camorra che opera frequentemente con il duplice obiettivo di piazzare i prodotti delle fabbriche dei clan e di riciclare il denaro sporco. Le richieste estorsive vanno dai 10 20 mila euro al mercato dei fiori al 3 4% sullammontare degli appalti pubblici. Numerosi i casi di colletti bianchi e tute blu rovinati dal gioco, preda dellusura, mentre i lavoratori agricoli si sono indebitati fino allosso nellattesa di sostegni europei che arrivano quando ormai è troppo tardi. Insieme a Frosi due imprenditori locali che hanno ricevuto in questi anni la sua tutela del professionista. Andrea Lo Rosso che da poco ha ricevuto in giudizio il pieno riconoscimento (anche economico) del danno subito per unautomobile ed il camion incendiati da Vincenzo Oliva, condannato a quattro anni e mezzo di carcere. Si tratta di un insospettabile. Una persona che il Lo Rosso conosceva fin da ragazzo (sono entrambi di Pompei) e che credeva un amico, fino a quando le prime richieste di piccole somme di denaro si sono trasformate in gravi minacce estorsive che successivamente si sono trasformate nellincendio intimidatorio dei mezzi del mobiliere. Ultima, ma non certa per importanza, è la valenza enorme dellattività dispiegata dalla polizia locale sia nella fase dinterdizione del crimine che di tutela delle sue vittime.
MARIO CARDONE