A cura della Redazione
E’ aumentata la tensione dei dipendenti della Soprintendenza archeologica di Pompei. Ieri mattina dopo un’assemblea, durata due ore, che si è svolta presso l’auditorium degli Scavi di Pompei, i sindacati hanno organizzato un picchettaggio dimostrativo fuori agli ingressi del sito archeologico. Sono andati incontro ai turisti, già numerosi in questi primi squarci di primavera, per distribuire volantini in italiano ed in inglese in cui i lavoratori in agitazione hanno chiesto scusa ai visitatori per il disagio, nel contempo sono stati spiegati i motivi della vertenza. La contestazione riguarda sia l’attività del Commissario governativo Marcello Fiori che quella della soprintendente archeologa della SANP Mariarosaria Salvatore.. Attività che i sindacati hanno definito poco trasparente, vale a dire non preventivamente concordata con i rappresentanti dei lavoratori. Il motivo di fondo della vertenza attiene al disagio lamentato dai dipendenti dell’ex Soprintendenza autonoma di Pompei (che prima gestiva esclusivamente i monumenti vesuviani) dal momento che la struttura da cui dipendevano è stata unita a quella di Napoli. La conseguenza è stata la creazione delle premesse per nuovi assetti organizzativi che una volta configurati non sono stati graditi dai lavoratori in servizio a Pompei perché premiano Napoli capoluogo mentre, al contrario, è Pompei che attira i turisti, i soldi e la notorietà in tutto il mondo. La conseguenza della nuova organizzazione complessiva della SANP (organismo nato dall’accorpamento della soprintendenza di Napoli con quella di Pompei) comporta trasferimenti e promozioni che secondo i manifestanti sono stati pianificati a favore di Napoli mentre penalizzano Pompei. In particolare le accuse rivolte alla neo dirigente Salvatore (che ha già le valigie pronte per andare in pensione) è di aver ridotto Pompei (sito archeologico conosciuto in tutto il mondo) in una dependance di Napoli. Altro argomento di fuoco per i lavoratori dei siti archeologici vesuviani è la corresponsione di un premio annuale (Fop) finora riconosciuto a tutti i lavoratori (in prevalenza custodi) in servizio a Pompei e negli altri parchi archeologici vesuviani per il semplice motivo che solo loro restano aperti 365 giorni l’anno. MARIO CARDONE