A cura della Redazione
L’argomento all’ordine del giorno negli uffici di Villa dei Misteri, quartier generale del commissario all’emergenza Marcello Fiori, è l’apertura di un tavolo sindacale per modificare l’assetto della sorveglianza interna agli Scavi di Pompei al fine di aprire nella prossima estate case e siti (Teatro Grande) in corso di restauro. Per tenere aperta l’antica Pompei bastano ventuno custodi. Questo numero non è stato preso a caso, ma è il frutto di una mediazione sindacale con la direzione. In previsione dei turni di ferie estivi e delle maggiori richieste di addetti alla sorveglianza del sito è stata ventilata la soluzione, del resto già anticipata in via informale, di eliminare (o limitare al massimo) la sorveglianza notturna, dal momento che, in assenza di visitatori, all’interno del recinto archeologico è sufficiente il presidio dell’occhio magico della videosorveglianza, gestito da una camera di regia perennemente funzionale. Il problema maggiore della tutela del sito archeologico di Pompei riguarda il controllo del comportamento delle comitive di turisti durante il loro percorso, per prevenire atti illegali. “Considerata l’estensione dell’area - ha argomentato Fiori - è quasi impossibile prevenire tutti i singoli comportamenti scorretti che turisti dotati di scarso spirito civico intendono mettere in campo, come ad esempio salire su un muro antico o toccare un dipinto. Questi sono purtroppo fenomeni molto negativi che vengono combattuti ogni giorno con costanza e determinazione”. Fiori è dell’avviso che bisogna insistere sulla formazione delle nuove generazioni al rispetto del nostro patrimonio archeologico. Il fatto è che la presenza costante dei custodi è l’unica misura di tutela preventiva tuttora valida per il mantenimento del monumento alla memoria delle future generazioni. Resiste purtroppo all’estero l’antica moda deprecabile di ritornare dalla visita degli Scavi di Pompei con il bottino di un pezzo d’ intonaco degli Scavi o un frammento di ceramica. MARIO CARDONE