A cura della Redazione
Le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione presso gli Scavi di Pompei e gli altri siti archeologici vesuviani, Ercolano, Stabia, Oplonti e Boscoreale. Sono previsti disagi per i turisti che potrebbero trovare i cancelli chiusi nelle prime due ore di apertura dei cancelli. Il sistema di lotta è sempre lo stesso: creare scompenso nel sistema senza far spendere neanche un euro ai dipendenti con la convocazione di numerose assemblee durante gli orari di visita che, impegnando la presenza dei custodi nelle adunanze, determinano lo slittamento degli ingressi dei turisti negli orari successivi. L’iniziativa di protesta è la conseguenza dell’emanazione di ordini di servizio che vanno a modificare l’attuale assetto organizzativo del personale della Soprintendenza di Napoli e Pompei, senza che vi sia stata una preventiva contrattazione sindacale. I dipendenti di Pompei si sentono penalizzati dall’unificazione delle due soprintendenze (quella di Napoli e quella di Pompei) perché si finisce di penalizzare sempre i dipendenti in servizio a Napoli nella determinazione dei nuovi assetti organizzativi. E’ minaccia di mobbing da parte di alcuni funzionari di Pompei che si sentono penalizzati dalle decisioni della Soprintendente Maria Rosaria Salvatore. Il sindacato Cisl ha finito col richiedere al ministro Sandro Bondi di ripristinare la situazione precedente con la ricostituzione del sindacato autonomo di Pompei. Relativamente alla vertenza attuale, che dovrebbe avere i suoi effetti a partire dlla prossima settimana, si segnala che già in precedenza era partita dai sindacati una nota di diffida alla Soprintendente, Mariarosaria Salvatore con la quale le veniva richiesto di ritirare le disposizioni di servizio che non erano state preventivamente concordate con le rappresentanze dei lavoratori. MARIO CARDONE