A cura della Redazione
Una nuova contestazione di reato è stata notificata dai carabinieri di Pompei ad amministratori, dirigente, tecnico comunale e gestore privato di un bar, dal tribunale di Torre Annunziata sulla variante all’opera di ristrutturazione di Piazza Schettini, in pieno centro storico. Riguarda “l’uso di atto falso contenente l’attestazione di ripristino, datata 27 febbraio 2001, allegato alla memoria difensiva”. Il procedimento di diritto penale in corso a Torre Annunziata serve appunto a verificare la fondatezza di reati, che sono stati precedentemente contestati a dieci soggetti. Riguardano complessivamente l’interesse privato in un una procedura amministrativa relativa ad una variante ai lavori di ripristino di Piazza Schettini, votata dalla giunta di Claudio D’Alessio nella passata amministrazione. Sotto accusa vi sono due delibere relative allo spostamento, ricostruzione ed ampliamento con soldi pubblici di un bar preesistente nella Fonte Salutare. L’esercizio era gestito da un parente dell’ex assessore Carmine Lo Sapio e, secondo gli inquirenti, parzialmente abusivo. Nel corso dell’iter giudiziario, le parti inquisite hanno prodotto un documento per dimostrare che il manufatto era tornato nella piena regolarità già dal 2001 per ripristino dello stato dei luoghi. Per cui ne era stata regolarmente autorizzata la riapertura dell’attività di esercizio pubblico. Ora il tribunale ha fatto sapere ai dieci soggetti inquisiti che il documento presentato in giudizio è falso, per cui aumentano i capi d’imputazione a loro carico. A Palazzo De Fusco, però, hanno banalizzato la circostanza. Secondo gli interessati é stata presentata in giudizio semplicemente la fotocopia dell’atto originale ma ci sarebbe la disponibilità anche dell’originale. Tranquillo il sindaco D’Alessio, che si è detto convinto che il giudizio finale dimostrerà la buona fede sua e degli altri interessati. Secondo lui, sulla vicenda della variante si è creato un equivoco che un sereno esame degli atti chiarirà definitivamente. Intanto il dossier del procedimento penale in corso d’esame si è arricchito di un altro capo d’imputazione. MARIO CARDONE