A cura della Redazione
A pochi giorni dalle reiterate lamentele dell’Arcivescovo-Prelato di Pompei, Carlo Liberati, contro il dilagare del malcostume (droga e prostituzione) fino alla soglia del Santuario, i gestori di tre alberghi a luci rosse hanno assaporato i rigori della legge. Dovranno pagare per l’accoglienza a pagamento che hanno sistematicamente offerto alle prostitute ed ai loro clienti. E’ stato stabilito che le donne del mestiere incassavano fino a 3.000,00 euro al giorno. Erano state piazzate da un’organizzata rete criminale che si è estesa in tutta la regione. Ieri mattina i carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata hanno messo i sigilli all’Hotel Astoria, Hotel Le Anfore ed Hotel M.E.C. L’operazione condotta prende il nome di “Lupa”. Il nome deriva dagli antichi lupanare, case d’appuntamento che si possono visitare negli Scavi di Pompei. Nella retata i militari hanno arrestato 10 persone (3 in carcere e 7 agli arresti domiciliari) in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Torre Annunziata, Immacolata Sica, su richiesta della locale Procura. Ad altre 7 persone è stato notificato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli indagati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla prostituzione ed alla sua agevolazione. Sono stati sottoposti a sequestro preventivo 7 alberghi e un appartamento privato. Nel corso di indagini coordinate dalla Procura di Torre Annunziata i militari hanno scoperto nel corso di circa due anni, dopo innumerevoli pedinamenti ed intercettazioni telefoniche, il sistema di appuntamenti, inserzioni sui quotidiani e le attività della banda che gestiva il rapporto della rete di prostitute, italiane e straniere con i gestori degli alberghi di Pompei e non solo. Le indagini partite da Pompei hanno stabilito che la rete si era diramata nelle province di Napoli, Caserta ed Avellino. Riguardo a Pompei non è la prima volta, negli ultimi tempi, che il fenomeno prostituzione, balza alla ribalta in occasione di blitz delle forze dell’ordine. Già era stata registrata qualche mese fa la chiusura di un bad e breakfast in località Civita Giuliana. I vigili urbani si erano segnalati per numerosi fermi di prostitute straniere con multe fino a500 euro. L’operazione “Lupa” ha assunto un profilo superiore perché ha messo in luce il salto di qualità che ha fatto la delinquenza organizzata nel settore. C’è da segnalare che la pratica delle camere “ad ora” era una vecchia consuetudine, anni 60-80, a Pompei. Successivamente da una parte la categoria degli albergatori aveva rinnovato il suo patrimonio edilizio rivolgendosi con maggiore interesse al turismo culturale e religioso, dall’altra le forze dell’ordine hanno cominciato a contrastare più decisamente il fenomeno. A Pompei ha da tempo prevalso la vocazione turistica, enfatizzata dalla coesistenza sul territorio della città mariana , sede del Santuario della Madonna del Rosario, ed il sito archeologico d’epoca romana più importante al mondo, patrimonio mondiale dell’Unesco. L’imbarazzante fenomeno della prostituzione è stato contrastato anche dall’amministrazione comunale, che già nel 2007 vedeva l’attuale sindaco D’Alessio indossare l’uniforme di sceriffo ed emanare un’ordinanza che prevedeva forti ammende per gli automobilisti che s’intrattenevano con le “lucciole” Il fenomeno, particolarmente diffuso durante le ore notturne e praticato a ridosso del sito archeologico, in prossimità di “Villa Dei Misteri”, era stato frenato con numerosi raid delle forze dell’ordine. Nella stessa giornata di ieri i vigili urbani hanno fermato 3 prostitute: 2 rumene ed una bulgara. Niente poteva, però, far pensare che il “giro del sesso” era arrivato al livello che l’operazione ”Lupa” ha messo alla luce assestandogli un colpo mortale, con conseguenze preoccupanti anche per l’economia locale che registra contestualmente la chiusura di tre esercizi alberghieri proprio alla vigilia delle feste di Natale. MARIO CARDONE