A cura della Redazione
La rottura all´interno del Popolo della Libertà, tra i consiglieri comunali Michele Genovese ed Arturo Sorrentino, ha avuto un seguito nella concertazione preventiva per quanto riguarda il voto per la presidenza della prima commissione consiliare, che per statuto spetta alla minoranza. Il capogruppo Pdl Genovese ha dato il suo parere favorevole alla nomina di Emilio Smaldone (UDC) a scapito di Sorrentino, che ha dalla sua l’esperienza maturata nella scorsa tornata amministrativa. A questo punto si è determinata una situazione di stallo, sotto la reggenza provvisoria del presidente del consiglio comunale, Ciro Serrapica, anche lui provvisorio. La commissione che esprime il suo parere su una vasta materia che va dagli affari istituzionali e generali, personale e organizzazione, uffici comunali, statuti e regolamenti, all´attuazione programma amministrativo e verifica del procedimento, è stata convocata per oggi da Serrapica. All’ordine del giorno, il parere sui regolamenti consiliari e l’organizzazione dei lavori dell´Assise cittadina. Non è prevista la votazione sulla presidenza, nell’attesa che la minoranza si chiarisca al suo interno, fornendo un nominativo che valga per tutti. Evento che al momento appare improbabile perché la polemica tra Genovese e Sorrentino ha assunto negli ultimi giorni toni aspri, in qualche caso offensivi. Tutti a Pompei hanno potuto assistere al contrasto tra la componente forzista, capitanata da Genovese, e quella alleanzina, a nome di Sorrentino, dentro il PdL. La disputa sul modo di portare avanti l’opposizione si è svolta a colpi di manifesti e di comunicati che sono andati su internet. E’ chiaro che il gruppo di tre consiglieri comunali dell’Unione di Centro, capitanata da Giuseppe Tortora, non intende farsi scappare l’opportunità di prestigio per Smaldone a capo di una commissione che ha sotto il suo controllo i comparti vitali dell’amministrazione di Pompei. Nei prossimi giorni sapremo se Sorrentino è disponibile a fare un passo in dietro o preferirà mantenersi autonomo rispetto al dikat del suo partito. Nel secondo caso i consiglieri di minoranza andranno al voto divisi ma saranno determinanti per l’elezione del presidente i voti dei consiglieri comunali che fanno parte della maggioranza. MARIO CARDONE