A cura della Redazione
La componente di Alleanza Nazionale (ed Azione Giovani) del Partito della Libertà di Pompei si é disimpegnata dalla strategia politica portata avanti in consiglio comunale dal suo capogruppo Michele Genovese. Lo ha fatto dialogando con i cittadini con un documento politico che comparirà (in forma di manifesto) sulle mura della città. Con esso è stato sciolto il riserbo sui rapporti interni (non c’è stata notizia di confronto sui risultati elettorali) gli autori del documento hanno spiegato la delicata fase di assestamento che vive il neonato partito a Pompei, che deve ancora fare il tesseramento, nominare gli organismi dirigenti e stabilire le regole interne del suo funzionamento. In questo periodo sono inevitabili le fughe in avanti per le obiettive difficoltà di comunicazione interna. “Posizioni da gendarmi nelle quali non ci identifichiamo - recita testualmente il manifesto - per cultura ed appartenenza perché fautori della libertà e del garantismo. Il PDL pompeiano – prosegue il testo - può contare, al suo interno, su riferimenti politici e rappresentanti amministrativi che, sulla scia delle posizioni del presidente Fini, intendono essere coprotagonisti di una stagione di definitivo decollo del ruolo di Pompei”. Il riferimento del manifesto è indubbiamente all’ultimo consiglio comunale dove c’è stata una partenza da parte di Genovese che non deve essere garbata a Sorrentino, anche perché pare non fosse stato messo al corrente per tempo. Michele Genovese ha inaugurato una nuova stagione di denunce contro la maggioranza a cui è seguita l’interrogazione parlamentare del senatore Nespoli con la richiesta di sciogliere per camorra la neonata amministrazione di Pompei . E’ appena il caso di ricordare, a questo punto, che la precedente tornata amministrativa era stata connotata da una strategia dello stesso tipo che non ha sortito i risultati sperati. Anzi la destra è uscita con una sonora batosta dalle elezioni comunali, aggravata dal risultato di segno opposto delle elezioni provinciali e qelle europee. Queste riflessioni e l’esigenza di stabilire un dialogo propositivo hanno indotto evidentemente Sorrentino, Garofalo e compagni ad avviare con garbo ma altrettanta determinazione una revisione di rotta o per lo meno un percorso autonomo nell’attesa attesa del chiarimento congressuale. Gli estensori del manifesto si sono dissociati dal resto del partito (Genovese e compagni) proponendo una strategia basata su iniziative politiche fattive come la richiesta di una “Legge speciale per la città di Pompei” invece delle denunce personali contro gli avversari. “Un’opposizione matura e responsabile deve segnalare i ritardi, le deficienze, le incongruenze e i metodi non condivisi di chi governa la città – conclude il documento - proporre correttivi, soluzioni ai problemi e progetti alternativi per fare del dibattito consiliare e politico un circolo virtuoso”. MARIO CARDONE