A cura della Redazione
Per oggi previste due ore di assemblea sindacale per richiesta di Uil, Cisl e rappresentanza sindacale unitaria. All’ordine del giorno misure urgenti per pressare la neo soprintendente di Napoli e Pompei a convocare un tavolo sindacale. Pare proprio nell’ultimo periodo che Pompei archeologica sia destinata al declino. La preoccupazione, che è stata espressa in una circolare dal sindacato Cgil, si riferisce alle prime decisioni del soprintendente archeologico di Napoli e Pompei, Maria Rosaria Salvatore, di origine pugliese, che si è avvicendata a Pietro Guzzo dal primo di settembre scorso. La Salvatore sta dirottando una ad una su Napoli le attività e le funzioni prima svolte sulla costa del Vesuvio. Gli scavi di Pompei, Ercolano e Oplontis, Stabia e Boscoreale in passato hanno fornito un contributo apprezzabile all’economia locale, grazie anche presenza in loco di un Centro di analisi e progettazione di alto profilo internazionale. Ora la CGIL da una parte e gli atri sindacati che hanno proclamato l’assemblea si dicono preoccupati interpretando il sentimento dei lavoratori. C’è il rischio evidente, denunciato fin dall’accorpamento dei due istituti (Napoli e Pompei) che la Soprintendenza di Pompei (SAP) sia ridotta ad ufficio periferico. “A tutto questo si aggiunge la presenza del Commissario straordinario che si sovrappone o priva il Soprintendente di funzioni ed attribuzioni.” Riporta il documento Cgil, che descrive lo scenario inquietante per il futuro del lavoro e dell’economia vesuviana. La SAP ha svolto dall’inizio degli anni 80 un ruolo “formidabile”, secondo il sindacato, favorendo il territorio vesuviano con restauri e nuovi scavi. Sono stati elencati esempi oggettivi di miglioramento: aree e siti aperti al pubblico, incremento di visitatori e di incassi (da 9,5 milioni di euro a 21 milioni di euro) oltre alla rinomanza scientifica. “E’ possibile che diventi “ ufficio periferico” una struttura che partecipa al bilancio complessivo dell’Ente con oltre il 95% delle risorse economiche?” Si domanda la Cgil, dal momento che già parte dei soldi incassati ai botteghini degli Scavi di Pompei servono, con la nuova formula organizzativa, a finanziare iniziative di altre località della provincia di Napoli. Non pare proprio il caso declassare ulteriormente Pompei. La Cgil, che diversamente da Uil e Cisl aveva in un primo momento salutato con interesse la costituzione della Soprintendenza speciale di Napoli e Pompei, che aveva riunito in un solo Ente gli Scavi vesuviani ed il Museo Nazionale di Napoli, ora,invece, denuncia i rischi gestionali della Salvatore e chiede al più presto, come Cisl ed Uil un tavolo di confronto. MARIO CARDONE