A cura della Redazione
Si dovrà aspettare mercoledì prossimo per la proclamazione ufficiale del nuovo Consiglio comunale. I conteggi sono, comunque, ultimati. Il quindicesimo seggio nell´Assise di Pompei dovrebbe andare a Salvatore Visciano del centrosinistra (come era stato annunciato dal primo momento) al posto di Luigi Ametrano (del centrodestra), dato per eletto dopo il primo scrutinio. Ametrano ha già annunciato un ricorso, ma questa è un’altra storia. Per il momento bisognerà aspettare ancora qualche giorno per la partenza di un tavolo di negoziato con il sindaco Claudio D’Alessio al fine di concordare almeno le nomine del presidente del Consiglio comunale e degli assessori. I criteri di base per le attribuzioni sono stati concordati in precedenza: vale a dire valorizzare gli amici che hanno messo la loro faccia in campagna elettorale, cioè che si sono candidati nelle nove liste che hanno puntato su Claudio D’Alessio sindaco alle ultime elezioni amministrative. Detto questo resta da chiarire che i candidati in Consiglio comunale per D’Alessio sindaco erano complessivamente centottanta. Solo quindici sono riusciti ad accaparrarsi una poltrona al primo piano di Palazzo De Fusco. E’ impensabile che gli altri centosessantacinque possano trovare una collocazione alternativa nei posti di governo e sottogoverno della città. La torta è quella che è. Molti sono destinati a restare delusi, senza riuscire nemmeno a sentirne il profumo. Le prime avvisaglie si sono già avute alla recente riunione dell’organo di coordinamento del Partito Democratico, convocato, si badi bene, non per spartire posti ma solo per ragionare sul dato elettorale. Eppure in quella sede sono partiti lo stesso i primi distinguo che trovano l’origine nella partecipazione o meno a favore della cordata D’Alessio, dal momento che quella che appoggiava a sindaco l’ex consigliere comunale Giuseppe Tortora presentava molti nominativi iscritti (alcuni di loro dirigenti) del Partito Democratico. Il fatto che non sono state indette le primarie sulla candidatura per il centrosinistra alla poltrona di primo cittadino ha indotto alcuni dissidenti ad imboccare una strada alternativa che è risultata, allo stato dei fatti, perdente, ma non per questo meno legittima secondo il loro modo di vedere. La decisione, a questo punto, tocca ai vincitori. Data la larga vittoria conviene manifestarsi superiori o difendere con i denti ogni millimetro di spazio politico? Il dibattito è ancora in corso. MARIO CARDONE