A cura della Redazione
Giovanni Coppola, il 29enne di origine stabiese, residente alla via Molinelle, che è stato beccato in ventiquattrore dalla Polizia di Stato dopo aver esploso a scopo intimidatorio un petardo fuori al villino dell’ex assessore all’arredo urbano ed al Personale di Pompei, Carmine Lo Sapio, potrebbe essere lo stesso criminale che ha appiccato l’incendio notturno al comitato di Messigno del candidato a sindaco di centrodestra Michele Genovese. A questa ipotesi stanno lavorando gli investigatori della polizia, che già tenevano sotto controllo da tempo l’uomo, che attualmente si trova in regime di arresti domiciliari, per il primo dei due reati. Il Coppola aveva avuto litigi con la squadra di attacchini del candidato a sindaco di centrodestra di cui aveva fatto parte in un primo momento. Non è da escludere che una sua ripicca l’abbia portato ad un gesto sconsiderato. Resta il fatto che a questo punto solo una piena confessione di Coppola può fare chiarezza su tutta la vicenda, dal momento che su quel primo gesto criminale (diversamente dal caso del lancio della bomba carta) non è stato possibile trovare delle prove. Altro argomento è capire il motivo dell’insano gesto nei confronti dell’ex assessore. Resta anche da chiarire se il duplice attentatore (se viene provata la responsabilità nell’incendio della sede elettorale) avesse un preciso mandante. Ipotesi che sembra da escludere perché è abbastanza chiaro che il delinquere del Coppola è collegato al suo stato di forte esigenza economica e da motivi di salute che incidono sul suo equilibrio psicologico. L’uomo ha tre figli e manca di un lavoro stabile. E’ "normale", nel suo caso, esasperare le cose, oppure "reagire" in maniera isterica rispetto a futili incidenti, come può essere quello di perdere il posto di attacchino dei manifesti elettorali per la campagna amministrativa a Pompei.