A cura della Redazione
Un altro morto per infarto all´interno degli Scavi archeologici di Pompei ha fatto partire una critica aperta dei sindacati nei confronti del Ministero. Sotto accusa la "brutta figura" del turismo campano nei confronti del mondo intero. Le proteste sono rivolte principalmente al Commissario all’emergenza Fiori per non aver mantenuto le promesse fatte dal suo predecessore Profili quando s’impegnò all’istituzione di un presidio di pronto soccorso in collaborazione con l’Azienda sanitaria Napoli 5. A restare fulminato d’infarto sul tracciato di pietra lavica è Lindner Friedrich, nato 59 anni fa a Nieder (Austria). Le scenario della tragica fine di un’esistenza è stato via delle Terme, sul tratto che va dalla Casa del Poeta Tragico ed il Termopolio di Caupona. "Risalta subito il disinteresse dell’Amministrazione rispetto ad iniziative per la creazione di un pronto soccorso Negli Scavi di Pompei – ha tuonato un comunicato Cisl – nonostante i numerosi precedenti". Isabella Di Martino, segreteria Cisl ha dichiarato: “Avevamo già denunciato l’assenza di un pronto soccorso e il disinteresse della nostra Amministrazione (chiamato in causa in questo caso è il Commissariato all’emergenza, ndr) dal momento che non é garantita l’assistenza sanitaria d’urgenza ai milioni di turisti che visitano gli Scavi di Pompei. "Fa rabbia - è la considerazione dei custodi - constatare che il decesso è avvenuto a solo venti metri dai locali che avrebbero dovuto ospitare la Guardia Medica, dotata di strumentazione inutilizzata". La De Martino va oltre le sterili polemiche. Ha chiesto l’immediato invio di ispettori del MIBAC a Pompei “per accertare le responsabilità”. Da parte sua Antonio Pepe, Responsabile CISL di Pompei afferma che “il Ministero dovrebbe intervenire immediatamente. Non si può amministrare con superficialità il più importante sito archeologico d’Italia con la conseguenza di disgrazie senza prestare assistenza – ha stigmatizzato –. In questo modo si vanifica la cultura dell’accoglienza. Si presenta un’immagine di Pompei e dell’Italia intera come di un Paese da terzo mondo. E’ stata fatta notare la situazione paradossale, già contestata precedentemente, che non funzionano i preziosi strumenti sanitari, di cui la SANP é dotata. Il riferimento non é solo ai defibrillatori ma anche all’archeoambulanza, vero e proprio fiore all’occhiello. Veicolo studiato appositamente per lo spostamento rapido degli assistiti sul percorso impervio degli Scavi archeologici. Ci resta il rammarico – ha concluso Pepe - che con il servizio medico attivo avremmo potuto salvare una vita umana”. MARIO CARDONE