A cura della Redazione
La fase che attraversa la politica a Pompei in questi prossimi quindici giorni riguarderà la formazione delle liste elettorali. E’ la più tecnica ed oscura di tutte, nel senso che le manovre sono segrete ma anche la più decisiva per la vittoria finale. E’ con la scelta dei candidati a consigliere comunale che le coalizioni si prefiggono di catturare i consensi. Allo stato delle cose, a Pompei, date le quattro coalizioni già concordate (ma ne potrebbe nascere qualche altra minore all’ultimo momento) saranno in campo una ventina di liste, vale a dire circa 400 candidati, che per una città come Pompei, dove andranno materialmente alle urna intorno ai sedicimila elettori, significa, in media, trovare un candidato per ogni 40 elettori. Comporta, in molti casi, dividere le famiglie fazioni opposte. Nel centro vesuviano sono le famiglie allargate e le antiche amicizie, più dei partiti politici, la base di partenza verso il comando del Palazzo. Grande spazio alle liste civiche, che una volta formate possono cambiare le alleanze fino agli ultimi minuti. E’ il caso di almeno due o tre liste a Pompei. Le voci confermano le reputazioni di alcuni personaggi capaci di saltare all’ultimo minuto sul cavallo ritenuto vincente. Altro elemento determinante sono i patti d’onore e le alleanze segrete: vale a dire dagli organigrammi programmati in caso di vittoria. In questo caso scendono in campo i “cavalli di razza” vale a dire politici sperimentati nel tener fede alla parola data. La scelta dell’appartenenza al gruppo locale piuttosto che al ceto politico determina inversioni di marcia clamorose. E’ il caso dell’assessore alla cultura Ebreo, che aveva lasciato il Partito Democratico per seguire il percorso di De Mita, passando nelle fila dell’UDC. Lo stesso amministratore non ci ha pensato due volte a tornare indietro quando si è reso conto che a Pompei le cose non si erano messe come sperava. Sarà candidato come indipendente nella lista del segretario cittadino Mancino (fedelissimo di Claudio D’Alessio) e non in quello della commissaria Cerchia, che insieme ad altri ha messo in campo una compagine elettorale, alternativa di centro sinistra. Lo stesso Ebreo ha spiegato la sua scelta sulla base del vincolo amicale, che prevale sul territorio. Non ha avuto il cuore di tradire il sindaco D’Alessio, per cui ha fatto l’assessore tutto l’arco amministrativo, senza essere mollato quando altri avrebbero preferito un suo avvicendamento. MARIO CARDONE