A cura della Redazione
Un blitz dei carabinieri di Pompei nella mattinata di lunedì ha portato alla luce una discarica abusiva a cielo aperto nei pressi degli Scavi archeologici. Si tratta di un terreno privato che misura duecento metri per ottanta, sito in via Plinio, a poche decine di metri dall’ingresso di Porta Marina del Parco archeologico, che é visitato ogni giorno, in questo periodo di primavera, da decine di migliaia di turisti. Il terreno é stato posto dai carabinieri immediatamente sotto sequestro giudiziario, mentre sono stati denunciati a piede libero il suo proprietario e la ditta individuale di Terzigno, che vi ha scaricato per un lungo periodo materiale edile di risulta, altamente inquinante. Il terreno privato, che è stato oggetto del blitz, già aveva subito i sigilli negli anni precedenti per l’esercizio di parcheggio abusivo, che era diventato un business lucroso, a causa della vicinanza al casello dell’autostrada Napoli-Salerno ed all’area archeologica. Le indagini dei militari della caserma di via Lepanto, coordinata dal Luogotenente Vittorio Manzo, avevano portato nei giorni precedenti a scoprire l’utilizzo illegale dell’area agricola, che era stata trasformata di fatto in una discarica abusiva. Da quanto i militari hanno appreso con l’interrogatorio del proprietario del terreno, la ditta edile di Terzigno, che aveva ottenuto in subappalto le opere pubbliche di costruzione della rete fognaria dalla società Eco Costruzioni di Pompei, aveva chiesto ed ottenuto l’autorizzazione di depositare provvisoriamente terra di scavo nello spazio che i militari di Pompei hanno messo sotto sequestro. La terra sarebbe stata, secondo gli accordi tra proprietario e subappaltante dei lavori pubblici, ritirata in un secondo momento, senza procurare danni all’ambiente. Così non è stato. La ditta edile incriminata, che evidentemente oltre agli scavi per le condotte fognarie, eseguite per conto del Commissariato straordinario di Bonifica del Fiume Sarno (Generale Iucci) portava avanti parallelamente anche lavori in proprio di ristrutturazione in appartamenti privati, aveva preso l’iniziativa di scaricare furtivamente nel sito incriminato, di via Plinio a Pompei, mattonelle, igienici ed altro materiale di risulta derivante da lavori su edilizia privata, non certamente pubblica. La richiesta di deposito provvisorio di materiale edile ha pertanto portato, oltre ai sigilli giudiziari sul terreno, alla denuncia per il suo proprietario che ne aveva consentito l’utilizzo, senza controllare la qualità del materiale che vi è stato scaricato, rendendo, in questo modo, il deposito illegale, in quanto inquinante. Ecco i motivi che hanno fatto scattare la denuncia di ordine penale anche nei confronti della stessa ditta edile, che risulta nei fatti la maggiore responsabile. MARIO CARDONE