A cura della Redazione
Domenico Mancino, ex coordinatore cittadino della Margherita, è stato eletto alla guida del Partito Democratico di Pompei. Alla presidenza del comitato cittadino è previsto Franco La Mura (ex segratario dei Democratici di Sinistra) mentre sembra scontata la ricandidatura di Claudio D’Alessio per la poltrona di sindaco alle prossime elezioni amministrative di giugno. Tutto secondo copione, quindi. L’asse D’Alessio-Lo Sapio-La Mura aveva conquistato il 76,8% dei consensi al congresso, con venti dirigenti su trenta nel parlamentino del Partito democratico. Ma tre delle quattro correnti di minoranza parlano di arroganza e presentano ricorso contro la decisione assunta lunedì sera. Mentre i venti consiglieri eletti nelle liste di “Pompei Democratica” (la lista della maggioranza amministrativa) ha votato in blocco la proposta dei tre nominativi, ha votato contro il rappresentante della corrente “Riformisti coraggiosi”. L’ unico dirigente di minoranza presente alla riunione. Il sindaco D’Alessio ha fatto l´asso pigliatutto piazzando il suo fedelissimo, Mimmo Mancino (presidente della società comunale Aspide), nella stanza dei bottoni. A guastargli la festa sono state le altre tre componenti di minoranza: “Pompei Libera” di La Marca e la consigliera nazionale, Rosaria Longobardi “Sinistra lavoro e solidarietà” dell’ex consigliere comunale Ciro Serrapica, e “Democratici riformisti europei”. Complessivamente nove consiglieri del direttivo delle tre liste di minoranza che presenteranno ricorso al comitato dei garanti per la forma, a parer loro, irregolare della convocazione. “Siamo alle solite – sbotta Paola Marzullo di “Pompei libera” -, la maggioranza amministrativa di Pompei crede di poter dettare regole a suo piacimento anche nel partito”. Marzullo ha spiegato che la convocazione della riunione compete al comitato dei garanti, non al primo cittadino di Pompei. “E’ un vero è proprio atto di arroganza – ha proseguito Gennaro Torre, dei “Democratici Riformisti europei” -. Abbiamo presentato un documento insieme a “Pompei Libera”. Chiameremo in causa il commissario provinciale Morando. Non è stato rispettato lo spirito unitario del nuovo corso del segretario nazionale Dario Franceschini”. Gli esponenti del direttivo cittadino, che fanno capo a “Sinistra lavoro e solidarietà”, hanno sostenuto una tesi similare, con un documento politico disgiunto. Hanno rimandato al mittente l’invito per la riunione. D’Alessio non si è scoraggiato e li ha convocati per telegramma. La maggioranza minimizza sul comportamento degli avversari. “Tutto regolare da parte nostra. Polemiche sterili da parte della minoranza”. Si ribatte in coro. “D’Alessio (membro del comitato regionale del Partito Democratico) è stato incaricato dai garanti a convocare la riunione – è la tesi di Salvatore Cuccurullo”. Mentre Amato La Mura ha tenuto a spiegare che c’è stato un ampio dibattito interno, prima di passare alle nomine, ed è stata ampiamente illustrata dalla regolarità dell’assise “presenti due garanti pervenuti da Napoli”. A proposito dei garanti, la denuncia pesante nei loro confronti è di aver mantenuto nella vicenda un comportamento bifronte. “La verità è che tra noi ci sono persone che partecipano a più tavoli politici – ha commentato infastidito il capogruppo del Partito democratico in consiglio Comunale –. Intervengono alle nostre riunioni con lo scopo di alimentare il dissenso. Noi, al contrario, intendiamo assumere decisioni concrete, invece di perderci in polemiche strumentali”. MARIO CARDONE