A cura della Redazione
Non era ancora l’alba di domenica 8 febbraio (erano precisamente intorno alle ore 4 del mattino) quando sei giovani sconsiderati, con l’intenzione di fare una bravata, hanno scavalcato il muro di cinta e si sono introdotti all’interno del parco archeologico degli Scavi di Pompei. Sono entrati abusivamente, arrampicandosi sulla barriera esterna dalla via Roma, nella città moderna. Dall’altra parte della cinta sono ridiscesi dentro l’antica città all’altezza della Necropoli di Porta Nocera. Immediatamente i sei sconsiderati che vagavano senza meta, convinti di non essere stati avvistati, sono stati invece prontamente segnalati dall’occhio magico dell’impianto di videosorveglianza, installato per l’intero perimetro del sito. A fermarli sono stati i custodi di servizio notturno, avvertiti dal personale della sala di regia. L’intrusione, segnalata sul monitor ha fatto scattare immediatamente l’allarme presso le forze locali di polizia. Le squadre congiunte degli uomini della sicurezza e delle forze della polizia hanno fermato i sei scalmanati. Li hanno accompagnati presso il comando ed identificati. La bravata notturna costerà loro una probabile denuncia per il reato di irruzione clandestina su suolo demaniale, recintato nei termini di legge, con il divieto d’intrusione senza regolare permesso nelle ore consentite. Sono passate poche ore dalla bravata, che poteva portare irreparabili danni al patrimonio culturale del Paese, che è stata diramato agli organi di stampa un comunicato del sindacato Cisl. La rappresentanza di base dei lavoratori degli Scavi, che fanno capo ad Antonio Pepe, ha tenuto ad elogiare la professionalità dei colleghi (custodi e personale della sala regia). “E’ un’esperienza che si è conclusa senza danno per gli Scavi - ha fatto notare Pepe –. E’ stato un test positivo per il sistema di videosorveglianza del sito. La nostra soddisfazione – ha proseguito il sindacalista – nasce dalla dimostrazione dell’efficienza del sistema di allarme interno e della competenza del coordinatore della Sala di regia, insieme ai suoi collaboratori”. Pepe ha fatto presente che il servizio interno di videosorveglianza da oltre sei anni provvede a registrare intrusioni di persone non autorizzate dentro l’area archeologica di Pompei. Gli sbandati che saltano la barriera di protezione vengono regolarmente bloccati dall’intervento dagli agenti di Polizia o dai Carabinieri, in sinergia con il personale di vigilanza. Il segretario della rappresentanza di base Cisl ha anche denunciato un pericolo per il sito derivante, a parer suo, dal” bailamme” che attualmente vige nel servizio di sorveglianza interno. “Non si può giocare con un bene culturale come se fosse privato – tuona Pepe, riferendosi all’accordo del 22 agosto 2008 non siglato dal suo sindacato -. Attualmente l’organizzazione del personale di custodia è abbastanza carente. Il nostro cruccio – ha concluso il dirigente sindacale – è quello di sapere come ha fatto l’Amministrazione della soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei a rendere esecutivo un tale provvedimento senza che fosse stata coinvolta la maggioranza della rappresentanza sindacale”. MARIO CARDONE