A cura della Redazione
Stamattina un blitz delle prime ore dell’alba dei carabinieri della caserma di Pompei, diretta dal luogotenente Vittorio Manzo, presso le residenze di due prostitute che esercitano abitualmente a Pompei ha consentito loro di mettere le manette alle autrici della violenta aggressione, a filo di coltello, risalente la nottata del 10 gennaio. L’intervento messo a segno dai militari è la conclusione di una vasta ed approfondita indagine, partita in seguito l’aggressione di una prostituta straniera alla via Stabiana di Pompei. La donna, che si stava appartando con un cliente, è stata avvicinata in macchina, ferocemente aggredita e torturata da due “colleghe concorrenti” italiane. Mentre il pavido cliente se l’è data a gambe le due, R.C., di 48 anni di S. Carlo Arena a Napoli, ed E.V., di 28 anni di San. Antonio Abate, hanno aggredito, malmenato e ferito con il coltello, in diverse parti del corpo, la straniera. Le rapinatrici sono ripartite lasciandola a terra e portando via la borsa con duecento euro, frutto dell’incasso della serata. Prima, però, l’hanno pestata a dovere e perquisita dappertutto, anche nelle parti intime, nel tentativo di trovare altro denaro nascosto. La vittima è stata soccorsa dai carabinieri e condotta in ospedale, dove i medici le hanno dato dodici giorni di prognosi. Immediatamente è partita la caccia alle due autrici della feroce aggressione intimidatoria. Ad aiutare i militari è stato l’dentikit fornito dalla squillo comunitaria, oltre alla conoscenza del “popolo della notte” da parte dei carabinieri, che fanno continue retate per contrastare il fenomeno della prostituzione. Così, nell’arco di due settimane, i militari, sotto la guida del sostituto procuratore del Tribunale di Torre Annunziata, dottoressa Barbara Aprea (mentre il GIP è il dottor Rossigno), sono arrivati a mettere le manette alle due squillo rapinatrici, che sono risultate già pregiudicate. Per le due donne, attualmente dietro le sbarre del carcere di Pozzuoli, sono previste gravi imputazioni. Dovranno rispondere alla giustizia, con rito abbreviato, di porto abusivo di armi, violenza privata, lesioni aggravate e rapina a mano armata. L’aggressione efferata della notte del 10 non è un episodio isolato di violenza tra prostitute. E’ Molto di più. E’ il segnale della lotta all’ultimo sangue per il controllo che si svolge, durante la notte, del territorio che forma del triangolo del sesso a pagamento a Pompei. E’ formato da via Plinio e villa dei Misteri, fuori gli Scavi archeologici di Pompei. Le due squillo italiane avevano aggredito e rapinato la concorrente straniera più per vendetta che per rapinare. Hanno lasciato un segnale di efferata violenza come monito a tutte le altre. Nonostante gli apprezzabili interventi (con illuminazione e controllo dell’area) ad iniziativa del Commissario all’emergenza Profili e dell’Amministrazione di Pompei, fuori gli Scavi archeologici di Pompei, l’area è ancora piazza di spaccio del sesso clandestino. Nella notte inoltrata, quando finiscono il turno le ronde delle forze dell’ordine, spuntano sulle due strade del “triangolo” squillo, transessuali e squilibrati di tutte le razze. A quell’ora l’unica legge che vale è la violenza. MARIO CARDONE