A cura della Redazione
Riusciranno i vigili urbani di Pompei a far ottenere alla loro mascotte, il simpatico cane Bobby, il titolo ufficiale di primo cane di quartiere di Pompei (riconoscimento contemplato in una legge regionale)? E’ quanto si chiedono in questi giorni gli impiegati, gli operai ed i commessi del Municipio, dopo che dal comando dei vigili urbani di piazza Schettini è partita la singolare petizione indirizzata al primo cittadino, Claudio D’Alessio, con la firma della quasi totalità degli agenti della sicurezza urbana, che pare che non possono proprio fare a meno della presenza del loro vecchio amico a quattro zampe. Il sindaco, con una precedente disposizione indirizzata al comandante, maggiore Valio, ne aveva decretato l’allontanamento forzato dal marciapiede antistante il comando della polizia municipale. La sua iniziativa è stata motivata dalle lagnanze di un altro dipendente del Comune, che aveva dovuto portare la moglie al pronto soccorso per lo spavento subito a causa dell’animale (soffre di fobia per i cani) sul percorso dell’attraversamento del marciapiede dove è solito sostare. I caschi bianchi di Pompei prima hanno ottemperato all’ordine. Hanno tolto il bastardino dal marciapiedi, accasandolo presso il giardino di uno di loro. Successivamente sono tornati alla carica per riaverne la presenza in prossimità del loro Comando. Ecco il motivo che è oggetto della petizione che è partita alcuni giorni fa, con cui i caschi bianchi hanno sostenuto che l’animale non dà fastidio a nessuno. Inoltre i firmatari del documento si sono fatti carico della responsabilità del suo mantenimento. Non è finita qui. Pare che nella petizione siano state offese le persone che hanno chiesto l’allontanamento dell’animale, definite testualmente “nevrotici malcurati”. Da qui è nata la disputa in cui si sono formati due veri e propri partiti: i favorevoli e i contrari riguardo la presenza di Bobby, accucciato davanti all’ingresso del comando dei vigili urbani di Piazza Schettini. In mezzo, con il ruolo di arbitro, si trova il sindaco D’Alessio, che per il momento ha preso tempo, anche perché notoriamente ha ben altre preoccupazioni per la testa. L’impegno per il primo cittadino è di emettere il verdetto finale salomonico, che non scontenti nessuno. Ma a prima vista l’impresa appare di ardua risoluzione per cui il sindaco, da bravo avvocato, sta studiando attentamente la legge. MARIO CARDONE