A cura della Redazione
L’azione di protesta dei sindacati CISL ed UNSA con assemblee a ripetizione (proclamate da ieri fino al 28 del mese di dicembre), con la chiara intenzione di mantenere gli Scavi archeologici di Pompei e degli altri siti vesuviani chiusi le prime due ore del mattino, ha fatto scattare la polemica da parte di altre organizzazioni dei lavoratori che non l’hanno condivisa. “Il senso di responsabilità di Uil, Cgil e Flp al momento sta prevalendo su iniziative quali quelle messe in campo dalla Cisl – ha proclamato un comunicato del sindacato UIL -. La Cisl non sta portando avanti la rivendicazione del Fop (fondo di produttività di Pompei) ma semplicemente intende contrastare l’applicazione dell’accordo di agosto, che prevede la migliore organizzazione del lavoro di sorveglianza negli Scavi per consentire l’apertura ai turisti di Domus recentemente restaurate”. L’accordo sindacale richiamato ha consentito di aprire 10 case di Pompei mentre altre 30 saranno aperte successivamente, grazie alla stipula di un accordo che prevede un progetto negoziato a livello territoriale. “La logica perversa della CISL é di volersi fare male – ha spiegato la circolare UIL - è del tutto evidente che chi ci rimette sono i visitatori e la città Pompei - ha proseguito - si sta arrecando un danno enorme, in considerazione della flessione del numero delle visite”. Il segretario nazionale della Uil Gianfranco Cerasoli ha dichiarato: “Su Pompei troppi pensavano che la soluzione della nomina di un commissario straordinario avrebbe risolto d’un colpo tutti i problemi. Non hanno capito che serve innanzitutto senso di responsabilità nel dare le risposte ai lavoratori prima di chiedere il rispetto delle regole che nascono degli accordi, al fine di contrastare chi vuole portare gli Scavi allo sfascio, con grave danno del sistema nazionale dei Beni Culturali in campo internazionale”. Il problema che si dibatte tra i sindacati, anche se con contrastanti strategie di protesta, riguarda la richiesta al ministero dei Beni Culturali di pronunciarsi in merito al pagamento del Fondo di produttività, istituito a Pompei nel 2001 sulla base di un accordo con il City Manager allora in carica (Gherpelli). Analoga richiesta di chiarimento è stata avanzata dal Direttore Generale ai beni archeologici Stefano De Caro. Sino ad oggi non è arrivata alcuna risposta da Roma. L’ufficio legislativo sta esaminando la materia ma i sindacati fanno pressione. Non vogliono più aspettare perché intendono far incassare gli arretrati ai lavoratori nella busta paga di Natale. Mario Cardone