A cura della Redazione
Pompei. Protesta il personale degli Scavi archeologici I sindacati Cisl ed Unsa, insieme alla Rappresentanza sindacale unitaria degli Scavi archeologici di Pompei, hanno deciso di ritardare l’apertura del sito con la convocazione di assemblee del personale(dalle ore 08.30 alle ore 10.30) a partire da giovedì 18 fino al 28 dicembre. La protesta intende “rivendicare il pagamento del Fondo di produttività aziendale perchè l’Amministrazione non rispetta gli accordi”. L’iniziativa, organizzata con lo scopo principale di creare disagio ai turisti che arrivano a Pompei per le prossime feste di Natale, è senza dubbio da deplorare ma bisogna ammettere che è molto grave l’atteggiamento di provocazione del Mibac (Ministero dei Beni per le attività culturali) che, come affermano i sindacati nel loro comunicato, non hanno rispettato gli accordi sottoscritti per il pagamento del Fondo di produttività locale per il periodo 21 settembre 2001 – 31 marzo 2008. Il fondo di produttività è una voce di stipendio che riguarda i dipendenti degli Scavi archeologici vesuviani. Si riferisce al pagamento di un’indennità straordinaria che viene elargita per il salto del turno di riposo del lunedì, mentre gli altri musei nazionali restano chiusi. “Il malcontento - dicono i sindacati - nasce dal fatto che il Ministero non ha rispettato un patto che, grazie al sacrificio dei lavoratori, ha fruttato alle Casse dello Stato, dal 21 settembre 2001 al 31 marzo 2008, un incremento degli incassi stimabile in circa 22milioni di euro, derivanti dai biglietti staccati ai turisti in 377 giornate, previste come chiusure settimanali del lunedì, che invece solo a Pompei, Ercolano, Stabia, Boscoreale e Oplonti hanno visto i siti archeologici aprire lo stesso i battenti ai visitatori. L’Amministrazione non rispettando i patti - continuano le organizzazioni sindcali - rischia di far ripristinare la chiusura settimanale degli Scavi del lunedì, assumendosene la responsabilità perché provocherà una retrocessione dell’offerta culturale che vige da circa venti anni”. Ieri il Commissari Profili si è recato a Roma dove presumibilmente cercherà di risolvere l’intrigata questione dei pagamenti degli arretrati ai lavoratori degli Scavi archeologici vesuviani. “L’Amministrazione ci sta mettendo le dita negli occhi – concludono i sindacati - perché, per il pagamento, sostiene che bisogna aspettare il parere dell’Ufficio Legislativo, mentre utilizza i soldi incassati con la vendita dei biglietti d’ingresso negli Scavi per fare pagamenti di altra natura”.