A cura della Redazione
Solo adesso, dopo il consiglio comunale del 26 novembre, a tutti è chiaro il motivo che ne determinò la sospensione di alcuni minuti. Non si trattava di una pausa caffé. Nell’intervallo di tempo si è tenuta una riunione del tutto riservata “a porte chiuse” nella stanza del sindaco, Claudio D’Alessio. A conclave c’e stata la squadra di maggioranza, al gran completo. La sospensione dei lavori fu chiesta da tre consiglieri comunali del Partito democratico (Pasquale Avino, Alfredo Coppola e Salvatore Visciano) ed Attilio Malafronte (Italia dei Valori). Tutti e quattro di maggioranza. Dopo la riunione, bocche cucite nei confronti dell’opinione pubblica. La trasparenza a Palazzo De Fusco è una virtù che non ha mai brillato di luce propria. Nessun commento da parte degli autori della mozione d’ordine, due dei quali (Avino e Visciano) avevano da tempo dato vita ad una componente di critica e di rivendicazione. Dove portava quel confronto quattrocchi? “No comment”. La secca risposta alla stampa, concordata prima di uscire dalla stanza dei segreti. Le notizie sono arrivate “a pillole” nei giorni successivi. Si è saputo di una lettera informale, dei quattro ribelli, nelle mani del sindaco D’Alessio. I promotori della contestazione silenziosa volevano evitare una crisi nel governo della città, ecco il motivo del riserbo. Allo stesso tempo è stato avviato un serio confronto interno, che punta al riequilibrio degli incarichi, ma il motivo di fondo è di blindare la coalizione. In parole più chiare alcuni consiglieri intendono impedire “scalate” sul carro dei vincenti, in vista delle prossime elezioni. La partita in gioco è squisitamente politica, tutta proiettata in direzione delle elezioni della primavera 2009. I 4 consiglieri firmatari della lettera a D’Alessio (ma anche qualche assessore) sono preoccupati dai vantaggi in termini di popolarità di alcuni politici della maggioranza a scapito di altri. La causa sarebbe che alcuni di loro hanno ricevuto dal sindaco deleghe più prestigiose o sono stati avvantaggiati dall’assegnazione di maggiori risorse (in termini di fondi, uomini, mezzi e spazi comunali). Il pericolo maggiore, che ha fatto correre ai ripari alcuni consiglieri comunali, con l’alleanza strategica, è stato intravisto nelle manovre di avvicinamento degli strateghi del Palazzo, con l’intenzione di inserire nel cartello centro sinistra liste d’appoggio formate da “amici” fuori dal recinto. Forze fresche per riproporre il “divide ed impera” che ha funzionato bene per quattro anni a Palazzo De Fusco, prima con l’operazione Alfano alla presidenza del consiglio e successivamente con l’inserimento del consigliere UDEUR nella maggioranza. L’’intenzione si spiega nella necessità di potenziare la competizione e favorire il ricambio. Nello stesso tempo a nessuno sono sfuggite le assenze di rilievo nei banchi dell’opposizione in occasione di alcune giornate “impegnative” per i lavori all’ordine del giorno. Riguardo alle proposte di revisioni nelle deleghe ai consiglieri comunali il sindaco D’Alessio è stato perentorio. “Siamo nell’ultimo semestre amministrativo, non è più possibile modificare gli incarichi”. Praticamente ha dato la stessa secca risposta di un mese prima, quando Avino e Visciano avevano reclamato l’assessore. A questo punto bisognerà trovare altri punti d’incontro. E’ chiaro che gli interessi del Sindaco e dei suoi delfini non sono gli stessi dei consiglieri comunali, riguardo alla tattica elettorale. Bisogna però fare attenzione a non tirare troppo la corda altrimenti, nella maggioranza, si rischia di farsi male da soli. MARIO CARDONE