A cura della Redazione
Sigilli a “Villa Jovis”, ad un tiro di schioppo dalla riserva naturale Alto Tirone della Guardia, in pieno Parco Nazionale del Vesuvio. I carabinieri della stazione di via Vesuvio, coordinati dal maresciallo Carmine Cesarano, su disposizione del giudice per le indagini preliminari di Torre Annunziata, Umberto Lucarelli, hanno sottoposto a sequestro cautelativo l’intero complesso (ex “Il Cigno”) che ha una estensione di circa tredicimila metri quadrati. Fatali si sono rivelati gli interventi di restyling effettuati nei mesi scorsi, prontamente rilevati dai militari della caserma cittadina che hanno messo nero su bianco l’ampliamento delle aree di sosta (per un ammontare di circa quattromila metri quadrati) e quello dei servizi. L’autorità giudiziaria, esaminate le ripetute segnalazioni da parte degli investigatori in materia di abusivismo edilizio, ha ritenuto di dover adottare la misura. È la seconda volta che accade. Analoga sorte è toccata a “Villa Flavia” sulla strada provinciale panoramica, oggetto delle medesime attenzioni da parte degli inquirenti. Il provvedimento inibisce la possibilità di continuare a gestire l’attività commerciale, impedendo a chi ha commesso più abusi, di avvantaggiarsi della violazione delle regole, traendone profitto. I militari della Compagnia di Torre Annunziata, affidata al maggiore Pasquale Sario, hanno notificato gli atti al legale rappresentante della società che, adesso, potrà attivare i meccanismi di impugnazione previsti dal codice per poter riaprire i battenti. La struttura è una delle più grandi della fascia pedemontana del Vesuvio. Secondo quanto si è appreso, infatti, comprende tre sale, due studi, un’ampia piscina con giardino, utilizzata per i buffet all’aperto e diverse aree di parcheggio. Un complesso, insomma, ideato per consentire ai clienti di trascorrere le ricorrenze nel più assoluto relax, in quanto ci si trova immersi nel Parco Nazionale del Vesuvio. È proprio la presenza dell’area protetta che fa sorgere una serie di rigidi vincoli urbanistici. Di qui il costante monitoraggio sia da parte del personale dell’Arma che ad opera degli agenti del Corpo Forestale dello Stato. Le infrazioni rilevate dalle forze dell’ordine hanno indotto la magistratura a muoversi con maggiore determinazione per reprimere gli scempi ambientali. In questo caso con gravi ripercussioni economiche sugli operatori, sui quali pesa, oltre al procedimento penale, il divieto di mettere utilizzare la struttura per fini commerciali. È evidente che i controlli si intensificheranno nelle prossime settimane in concomitanza con l’inizio della stagione delle cerimonie che costituisce il periodo più redditizi per gli imprenditori del settore. CALBO