A cura della Redazione
Ostaggi del passaggio a livello che, dopo il transito dell’ultimo convoglio, non riapre più le barriere. È quanto denunciano gli abitanti di via Pesacane, una stradina cieca che si trova nella frazione Cangiani, estrema propaggine di Boscoreale nell’agro nocerino sarnese, attraverso un duro esposto inviato alla Polizia Locale, a quella provinciale ed alla Procura della Repubblica. Il disservizio si è verificato svariate volte, tanto da indurre gli utenti, stanchi di attendere una riparazione che non arriva, a prendere carta e penna ed a scrivere anche alla Commissione straordinaria che regge le sorti della municipalità, nella qualità di ente proprietario della strada, ed alla direzione tecnica della Circumvesuviana, artefice, a loro dire, del non puntuale funzionamento dell’impianto. L’inconveniente non è di poco conto. Una volta passato l’ultimo treno diretto a Poggiomarino (delle 21.49, ndr), le barriere di sicurezza, anziché rialzarsi, restano ferme al loro posto. Il che costringe i residenti a scavalcare il baluardo ed a proseguire a piedi fino alle rispettive abitazioni. Di qui la mobilitazione per impedire che l’andazzo si ripeta, provocando innumerevoli disagi. “Sono anziana e malata – dice una pensionata – non oso immaginare quello che mi potrebbe accadere se venissi colta da un improvviso malore verso mezzanotte. Mi domando come farebbe l’ambulanza ad arrivare fino a qui, visto che spesso il passaggio a livello resta chiuso”. Per far sì che la situazione torni alla normalità è stato creato un vero e proprio comitato civico che ha affidato al parroco della Chiesa della Santissima Vergine del Suffragio, don Ciro de Marco, il compito di far arrivare la protesta sui tavoli delle istituzioni. “La nostra iniziativa – spiega il sacerdote, sempre in prima linea acconto ai propri parrocchiani – è finalizzata ad impedire che questo stato di cose possa provocare danni seri. Ci sono persone che, a causa del passaggio a livello, restano praticamente sequestrate in casa, senza poter uscire”. A lamentarsi sono anche i braccianti agricoli che non possono recarsi nei campi all’alba per poter espletare la propria attività. L’esposto, firmato da tutti i componenti dell’organismo collegiale, contiene anche un dettagliato dossier fotografico. CALBO