A cura della Redazione

«A Torre Annunziata si è tornato a sparare e un ragazzo innocente è stato ferito… Eppure, pare che non sia successo nulla Ormai ci siamo quasi abituati ai proiettili, alla violenza, alla paura». E' l'urlo di rabbia di Carmlea Sermino, presidente dell'Osservatorio per la Legalità di Torre Annunziata, ma soprattutto una moglie, una donna, una madre che ha visto morire il marito in quel tragico episodio del 31 dicembre 2007 che le ha cambiato per sempre la vita. Giuseppe Veropalumbo, carrozziere di 30 anni, fu colpito da un proiettile vagante esploso per "festeggiare" l'arrivo del nuovo anno. Ed un proiettile stava per segnare un altro dramma tra sabato 25 e domenica 26 marzo scorsi, quando un ragazzo di 18 anni incensurato è stato centrato ad un piede in via Gino Alfani. Si trovava sulla traiettoria per sbaglio, probabilmente l'obiettivo dell'agguato era qualcun altro. La sostanza, però, è che la città oplontina è tornata ad essere "terra di nessuno". Quanto accaduto sulla "curva" è solo l'ultimo di una serie di episodi criminali che da qualche mese stanno nuovamente generando un forte clima di paura ed insicurezza.

Tutto questo «non è normale - spiega ancora Sermino -. Non è normale che si spari in una zona frequentata da tante ragazze e tanti ragazzi, che venga ferito un innocente, che si debba sopportare questo clima di paura. Non solo non è normale, è inaccettabile! Dobbiamo denunciare con forza e tenere alta l’attenzione, perché questi episodi potrebbero essere, purtroppo, i segnali di una nuova recrudescenza della violenza camorristica. Alle istituzioni chiediamo di tenere alta la guardia - prosegue Carmela -, di garantire con uomini e strumenti adeguati la sicurezza dei cittadini. E al Governo nazionale diciamo che siamo stanchi… la nostra terra ha bisogno di risposte vere e concrete: si deve dare lavoro ai nostri giovani, garantire a tutte e tutti i diritti essenziali. La lotta alla camorra - conclude - si può vincere solo se ognuno fa la propria parte!».

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