A cura della Redazione

23 dicembre 2016. Nessuna festa è forse più bella, più significativa e commovente del Natale. Ogni famiglia , in quel giorno solenne, si ritrova unita e raccolta si ricompone, si riscopre e si rinsalda più profondamente nella intimità della casa, i vincoli del sangue e degli affetti più puri .

Chi è lontano torna nella sua cità per rendere onore alla propria famiglia e ai propri defunti, per riconfermare l’attaccamento alla propria terra che le vicende della vita non hanno cancellato dal cuore.

Le mamme orfane di figli "Gruppo Maria Madre Addolorata", insieme al loro padre spirituale don Pasquale Paduano, il giorno 23 dicembre, antivigilia di Natale, hanno celebrato  una messa speciale per tutti i defunti, ma soprattutto per tutti i giovani morti prematuramente, alla Cappella Madre del Cimitero di Torre Annunziata.

Il nostro è un argomento triste, espressione di un dolore gigantesco, innaturale, di un dolore composto, che non richiede pietà ma richiede comprensione e amorevole rispetto.

Percorriamo il viale del nostro Cimitero temendo di non reggere alla pena, vogliamo qualcosa da quel luogo, da quelle tombe, della terra in cui dormono i nostri figli. Vogliamo sentirli ancora vicini.

Questa marcia dura ormai da tanto tempo che non sentiamo più lo sforzo del camminare né il peso della nostra persona .

Quella Chiesa ci appartiene più di qualunque altra perché in ognuna di noi ridesta affetto e nostalgia per i nostri figli che non ci sono più.

Ne sentiamo il richiamo, Essa ci accoglie quasi con aria affettuosa e materna, noi sentiamo il bisogno di varcarne la soglia dove il tempo pare annullarsi e gli anni scomparire come d incanto. Poi, noi, silenziose e timide, andiamo a prendere posto nei banchi .

Qualche  mamma si fruga in seno, in quel seno che allattò la sua creatura, e ne estrae un medaglione con il ritratto del proprio figlio, lo guarda con gli occhi intensi come se vi fosse  rappresentato un santo, lo bacia e poi lo ripone sul cuore.

Il nostro sguardo è rivolto al lato del piccolo altare dove una mamma ha preparato un abete con tanti angeli, ognuno riporta il nome di un figlio che non c’è più.

Sono angeli davanti a Dio per servirlo, contemplano la gloria del suo volto cantando giorno e notte la sua lode.

Gli angeli accompagnano ed aiutano la Chiesa nel suo cammino.

Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore per condurlo nella vita, essi sono gli angeli custodi.

E il nostro albero di Natale, quello che con i suoi rami dalle candide braccia, pare possa portarci in cielo, tutte insieme, noi mamme in preghiera.

Don Pasquale, sempre benevolmente sorridente, ci ha dato giorno per giorno la forza e la speranza, ha rinnovato in noi, che, forse , in qualche momento, per il dolore avevamo vacillato, la fede nella Resurrezione.

Celebrare la Messa per i nostri figli vuol dire avere la certezza del Paradiso, la certezza che Gesù ci ha preparato un posto nei cieli con i nostri figli. Essi continuano a vivere nella gloria del Signore e a vivere anche perché  il loro ricordo non può cadere dal nostro cuore, saranno sempre con noi, ci hanno solo preceduto nel viaggio fuori dal tempo, nei campi ridenti dell’ Eternità.  

ANNA ARICO'

 

LA POESIA

I Figli

No, non ci rimproverate se teniamo gli occhi rossi e gonfi.

No, non vi meravigliate se ci vedete scapigliate con gli occhi pieni di lacrime cocenti.

Se piangiamo e ci disperiamo abbiamo ragione di piangere e piangeremo sempre finché il Signore ci darà la vita.

Questa vita che per tutti e’ sacra a noi non serve più, che ne dobbiamo fare dal momento che il destino assai crudele ci ha voluto castigare togliendoci l’unica cosa che avevamo e mai piu’ ritornera’

Parlo dei nostri figli, figli esemplari, figli gioiosi.

Non piangete Mamme nostre, asciugatevi queste lacrime cocenti dal viso. Voi non lo sapete ma noi dal paradiso non vi lasceremo mai sole, ed il Signore, che è buono e misericordioso e che ha leggi ben diverse dalle vostre leggi, fara’ cessare il concerto dei cherubini e fara’ si che la vostre voci si uniranno nelle umili canzoni che cantate in terra.

I santi apriranno gli occhi e le stelle si fermeranno per ascoltare.

Anna Aricò

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