A cura della Redazione

Ventisette milioni di euro. A tanto ammonta il danno erariale conseguente alla mancata bonifica e messa in sicurezza delle numerose discariche di rifiuti in Campania.

E' il risultato della prima parte di una articolata inchiesta della Procura della Corte dei Conti regionale, che ha visto impegnati i militari del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli..

L'ingente somma di denaro sperperato ricade a carico di esponenti politici, dirigenti, funzionari della Regione e dei vari Comuni interessati. 

Evidenziati, inoltre, nel corso delle indagini, i gravi rischi per la salute dei cittadini, e per l'ambiente, derivanti dalla presenza degli invasi non a norma sui territori.

Violazioni che riguardano complessivamente 200 discariche italiane non conformi alle direttive europee sui rifiuti (di cui 14 contenenti rifiuti pericolosi), di cui ben 48 sono ubicate in Campania.

In particolare, l’Unione Europea ha condannato l’Italia a pagare una somma forfettaria di 40 milioni di euro, nonché penalità semestrali di 42,8 milioni di euro, fino alla completa esecuzione delle relative sentenze di condanna della Corte di Giustizia Europea.

Al momento, lo Stato Italiano ha versato sui conti della Commissione Europea la somma totale di 113,2 milioni di euro, di cui 27.414.083,20 riguardanti le discariche presenti sul territorio campano. Le somme richieste dalla Unione Europea, già peraltro anticipate dallo Stato italiano, sono attualmente in corso di recupero da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha avviato il procedimento di rivalsa nei confronti degli enti responsabili, individuati dal suddetto dicastero e dal Ministero dell’Ambiente nelle singole Regioni e nei Comuni.

L’azione investigativa delle Fiamme Gialle è stata diretta a verificare se il predetto inadempimento potesse essere attribuito a comportamenti dolosi o gravemente colposi posti in essere dai soggetti che, presso gli Enti preposti, erano deputati alla gestione e alla soluzione della problematica rifiuti.

La normativa nazionale, infatti, prevede un obbligo di messa in sicurezza, di bonifica e di ripristino ambientale in capo ai singoli Comuni territorialmente competenti e, laddove questi non provvedano, in capo alla Regione.

Al riguardo, le indagini sviluppate hanno consentito di accertare che i vertici degli Enti competenti non hanno adottato tutte le misure necessarie, sebbene la legge fosse estremamente esplicita sull’attribuzione delle competenze e benché i progetti di bonifica fossero stati ampiamente finanziati dalla Regione Campania nel giugno del 2013, attingendo dalle risorse del POR Campania 2007/2013.

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