A cura della Redazione

Continuano le iniziative del nuotatore disabile di Torre Annunziata, Salvatore Cimmino, per sensibilizzare i Governi ma anche i cittadini a considerare parte integrante della società i meno fortunati. 

Tante le sue sfide, le sue traversate in mare, spesso anche rischiose. Affrontate, però, grazie alla sua tenacia e caparbietà. Tutte vinte. Salvatore vive la sua quotidianità, convive con il suo handicap che non gli ha mai impedito di diventare un modello per i tanti che vivono il suo stesso disagio. 

Una larga fetta di popolazione che vive ai margini delle città. Non si sente parlare spesso di disabili o, per meglio dire, diversamente abili. Eppure esistono. Non sono solo anziani ma anche ragazzi e bambini. Persone indifese che meritano attenzione e, soprattutto, diritti. 

Ora è in cantiere un altro progetto che Cimmino vuole concretizzare proprio a Torre Annunziata, la sua città. Grazie alla generosità della Ortopedia Meridionale consegnerà un nuovo container di ausili e strumenti medico-ospedalieri alla missione Caracciolina di Kamole sull’isola di Idjwi, Nord-Kivu (Repubblica Democratica del Congo). 

Il prossimo 7 luglio, infatti, la Ortopedia Meridionale consegnerà i primi ausili che verranno depositati, grazie alla disponibilità di Don Ciro Cozzolino, presso la chiesa della SS. Trinità in via Gino Alfani. In quell’occasione ci sarà un incontro, alle ore 11,  con Raffaele Mandolesi, Padre Generale dei Chierici Regolari Minori, e Salvio Zungri, Amministratore Unico della Ortopedia Meridionale, volto a fare risaltare questo importante momento di solidarietà verso una popolazione stremata dalla guerra e dalla povertà.
Conflitti, calamità naturali, malnutrizione, povertà, gravi malattie: sono i problemi che affliggono il Nord-Kivu del Congo. Condizioni difficili per tutta la popolazione, specialmente per chi nasce con disabilità. Perché l’assistenza è scarsa, per non dire inesistente, e le opportunità di diventare auto-sufficienti dipendono per lo più dalla generosità dei contributi che riescono ad arrivare dai Paesi sviluppati. 

Senza dimenticare un altro aspetto: la cultura locale tende ad attribuire alla disabilità valori negativi, frutto di convinzioni arcaiche. Ad esempio, il bambino disabile, per la cultura africana, è considerato “bambino serpente”, quindi da eliminare perché porterebbe male alla famiglia. 

«Ho fatto una promessa ai miei confratelli dell’isola di Idjwi - afferma Cimino -. Aiutatemi a mantenerla, aiutatemi a regalargli un sorriso. Un mondo a misura di tutti, senza barriere, senza frontiere è la sfida che conduco da anni con le mie nuotate in giro per il globo..E’ stimato che nel mondo ci sono circa il 15 per cento di disabili, ed essi rappresentano ancora la parte più povera, quella ancora abbandonata. Chiedo con tono deciso - prosegue - che i Governi finanzino, aiutino, ascoltino le esigenze dei disabili. Le città, i trasporti, la ricerca, la politica devono migliorare. Creare posti di lavoro, puntando su quelle che sono le capacità e le virtù di un disabile».

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