A cura della Redazione

C'è sempre tristezza nelle cose che finiscono, nel giorno che se ne va, nell'anno che si chiude. Ognuno sa che quello che si perde non tornerà più, che scompare per sempre.

Si capisce che qualcosa è irrimediabilmente finito. La commozione ci prende tutti, piccoli e grandi, perché tutti sentiamo che un tempo si è chiuso, che un anno, un altro, è ormai volato via, che niente e nessuno potrà mai restituirci i giorni trascorsi, belli e brutti, che abbiamo vissuto.

Ma per chi, come Carmela, madre di Giuseppe Veropalumbo (coincidenza vuole che abbia lo stesso nome della moglie del giovane, Carmela Sermino), ha perso un figlio proprio in un giorno che per gli altri è di festa e di speranza, questo periodo diventa di atroce sofferenza. Ed il ricordo di Giuseppe, che fu colpito la notte di S. Silvestro del 2007 da un proiettile vagante nella sua abitazione, esplode ancor più devastante del solito.

Ogni mamma che prova solo ad avvicinarsi col pensiero alla sofferenza di Carmela non può che sentirsi straziare nel profondo delle sue viscere.

Le mamme del Gruppo “Maria Madre Addolorata”, che con mamma Carmela condividono il dolore della perdita di un figlio, si sono incontrate la mattina del 26 dicembre alla Cappella Madre del cimitero di Torre Annunziata per una messa in memoria di Giuseppe, ad otto anni dalla sua scomparsa.

A celebrare la messa, come ogni anno, è stato Don Pasquale Paduano, cappellano della stessa chiesa, che ha scelto per la celebrazione il giorno 26 dicembre dedicato a Santo Stefano Protomartire.

Nel cuore di mamma Carmela sono nati nuovi propositi e nuove speranze per la figlia di Giuseppe, Ludovica, rimasta orfana del padre quando aveva solo pochi mesi. Mamma Carmela fa di tutto per essere la migliore delle nonne, per essere tutto il tempo accanto alla sua bambina.

Carmela, sicuramente, la sera del 31 dicembre prossimo metterà un lumino fuori al suo balcone, non siederà a tavola, ma guarderà i suoi cari, cercando di vedere con gli occhi del cuore  l'immagine di quel figlio che non farà più ritorno. Resterà un poco in silenzio, comprendendo che quelle immagini saranno impresse per sempre nella sua mente, per l intensità  e l'emozione che suscitano. E attenderà... attenderà che l'orologio, nella sua lenta, inarrestabile marcia, giunga con le due sfere sulla fatale linea della mezzanotte.

In quegli attimi nella casa di Giuseppe Veropalumbo ci si vorrà ancora più bene, perché quel ragazzo di 30 anni, lavoratore, figlio, padre e marito esemplare, era amato da tutta la famiglia. E in quei momenti i suoi cari si sentiranno più vicini, più stretti in quell'amore che Giuseppe aveva per loro. 

(ANNA ARICO')

 

Di seguito pubblichiamo la lettera che Carmela, madre di Giuseppe Veropalumbo, ha indirizzato a Don Pasquale Paduano, guida spirituale  del Gruppo "Maria Madre Addolorata".

Carissimo amico Don Pasquale,

mi ritrovo ancora dopo anni a scriverti perché in questo periodo la mia anima ed il mio cuore sono fragili più che mai. E solo tu, con le giuste parole che ha la straordinaria potenza divina, puoi alleviare la mia sofferenza.

Quel periodo dove in me regnava odio, rancore e solitudine è stato sepolto ed in gran parte dimenticato, grazie alle tue preghiere ed alla potenza del Signore Dio nostro.

Ricordi quando ti scrissi che la Santa Chiesa per me non esisteva più, che non aveva più valore?

Beh, ora grazie a te e alla fede che mi hai trasmesso è diventata la mia seconda ed umile casa.

Nei miei ricordi, dove c'era solo sconforto e disperazione, ora, specie quando insieme in chiesa preghiamo e ci offriamo al Signore, c'è solo il volto candido e beato di mio figlio Peppe. Lui sorride e con tenerezza sento il suo calore avvolgermi. Questo grazie a te che hai saputo tirarmi fuori dal tunnel della solitudine e della frustrazione. Grazie al tuo candido cuore hai donato a tutte noi mamme disperate per la perdita del proprio caro, fede e forza per ricominciare a vivere.

Il tuo continuo incoraggiamento, i tuoi sorrisi, le tue parole di conforto, danno a tutte noi mamme grazia e voglia di seguirti nella parola del Signore.

Grazie al gruppo che hai creato, noi mamme riusciamo ad esternare il nostro dolore e a sostenerci l'una con l'altra.

Un ringraziamento particolare ed un abbraccio forte lo voglio dare alle mamme ed a tutte quelle persone che con pazienza, fede ed amore, mi hanno un giorno triste codotto da te, incredula e timorosa ma soprattutto col cuore chiuso a Dio. Non avrei mai pensato di superare, “tra virgolette”, tale dolore ma almeno alleviarlo. E con il tuo aiuto ci sono riuscita.

Non ti nascondo che è proprio in momenti come questi, in cui mi sento debole, triste e con il cuore in lacrime, che sento il bisogo di rifugiarmi in chiesa, ed ascoltando la tua parola trovo così conforto e serenità.

Grazie di vero cuore di essere sempre presente, ed oggi, facendomi portavoce per tutte le persone che come me hanno trovato una mano dove potersi aggrappare nei momenti di sconforto, ti dico: non abbandonarci mai, sii sempre presente e fa' in modo che la tua spiritualità, il tuo cuore, la tua fede, siano sempre per tutte noi un'àncora di salvezza.

Spero che questa ennesima lettera che ti scrivo possa arrivare al tuo cuore facendoti capire l'affetto e la tanta stima che provo nei tuoi confronti.

Ma soprattutto grazie perché con te ho scoperto di non aver mai perso mio figlio. Lui è sempre accanto a me, sento su di me il suo respiro trovando così la forza per continuare.

Grazie amico Don Pasquale.

Con affetto, Carmela