A cura della Redazione

«Assoluzione piena perché il fatto non sussite». Con questa sentenza emessa nel pomeriggio inoltrato, il giudice del Tribunale di Torre Annunziata, Antonio Pepe, ha posto la parola fine alla vicenda che ha visto coinvolto l’ex assessore, nonché consigliere comunale di Torre Annunziata, Michele Cuomo, accusato di brogli elettorali e falsificazione dei verbali di seggio durante lo spoglio relativo alle elezioni regionali del 2010.

A chiedere l’assoluzione dell’imputato è stato lo stesso pubblico ministero Sergio Raimondi, che tuttavia aveva addotto una diversa motivazione: «Per non aver commesso il fatto».

Viene così accolta la tesi difensiva degli avvocati Michele Riggi e Marina Ciniglia, che assistevano l’ex esponente del Partito Democratico oplontino. Sebbene si tratti del giudizio di primo grado, la vicenda giudiziaria può ritenersi conclusa dal momento che la stessa accusa ha proposto di fatto l'assoluzione dell'imputato. Stesso verdetto anche per il segretario di seggio, Michele Papa.

Cuomo, nel novembre 2011, era stato posto agli arresti domiciliari in seguito all’inchiesta condotta dal gip Nicola Russo ed avviata con la denuncia del candidato di Noi Sud Francesco Barbato.

Cuomo, all’epoca dei fatti presidente della Oplonti Multiservizi, era stato nominato presidente di seggio della sezione n. 49. Aveva rinunciato tuttavia all’incarico e al suo posto era stata nominato un altro presidente. Però, Cuomo aveva ottenuto la nomina di rappresentante di lista nella stessa sezione dove avrebbe dovuto presiedere alle operazioni elettorali.

A trarre vantaggio dai brogli e dalle falsificazioni dei verbali sarebbe stato, secondo l'accusa, Raffaele Sentiero, allora presidente del Consiglio comunale di Torre Annunziata, eletto poi consigliere regionale per una manciata di voti in più rispetto al primo dei non eletti della lista "Noi Sud", per l’appunto Barbato. Quest´ultimo, in seguito, presentò ricorso denunciando brogli elettorali commessi in diverse sezioni di Napoli e provincia.

«Ringrazio i miei legali ed il sindaco Giosuè Starita - ha affermato Cuomo subito dopo la sentenza -, il quale sin dal primo momento ha creduto nella mia innocenza. In questi quattro anni sono rimasto sempre sereno, certo che tutto si sarebbe chiarito una volta approfondite le indagini. Resta il rammarico - ha proseguito - di essere stato "sbattuto" in prima pagina sui giornali come un delinquente qualsiasi. Ringrazio infine i miei amici Vincenzo Ascione e Gaetano Veltro per essermi stati sempre vicini in questa spiacevole vicenda».