A cura della Redazione

«Su trenta punti campionati lungo il fiume Sarno – da Solofra fino a Castellammare di Stabia, compresi canali secondari ed altre criticità segnalate dai cittadini – soltanto sei meritano un giudizio positivo, confermando il grave grado di sofferenza del fiume e dei suoi principali affluenti, dovuto a scarichi di reflui urbani e industriali non depurati, all’inquinamento da fertilizzanti e pesticidi dell’agricoltura, alla profonda manomissione degli ambiti perifluviali ridotti ai minimi termini».

E' l'amara conclusione dell'indagine di Legambiente Campania sull'inquinamento ambientale del fiume Sarno condotta attraverso l'iniziativa "Goletta del Sarno", una campagna di monitoraggio del fiume promossa da Legambiente Campania e realizzata da Leonia – circolo Legambiente Valle del Sarno in collaborazione con la rete dei circoli Legambiente del Bacino del Sarno e il supporto tecnico della azienda Hach. 

I campionamenti delle acque del rivo e dei suoi affluenti e miriadi di canali sono stati effettuati tra giugno e luglio 2015, ed hanno evidenziato livelli critici di contaminazione del sistema fluviale Sarno.

«“Goletta del Sarno" conferma anche quest’anno le criticità già evidenziate in passato, purtroppo una situazione molto critica già a partire dalle sorgenti – affermano Giancarlo Chiavazzo e Luca Pucci, rispettivamente responsabile scientifico e componente del direttivo di Legambiente Campania -. È sempre più urgente una politica integrata, che partendo dal pieno coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali, economici e sociali del territorio, possa controvertire lo stato diffuso di degrado ambientale. Emerge l’urgenza di ridurre non solo i prelievi, ma anche e soprattutto i carichi inquinanti, fermando i numerosi scarichi industriali e civili che ancora oggi inquinano la risorsa idrica, procedendo al contempo alla bonifica delle falde contaminate».

I risultati della monitoraggio ricordano ancora una volta che il fiume non nasce inquinato, ma subisce le aggressioni delle carenze del sistema fognario-depurativo che non copre tutti gli insediamenti abitativi, dell’agricoltura che usa fertilizzanti chimici e fitofarmaci, dell’industria che non tratta adeguatamente i propri scarichi idrici.

Le analisi sono state effettuate anche a Torre Annunziata, nel canale Bottaro in via Piombiera. Inutile dire che, trovandoci anche nei pressi della foce, le condizioni dell'acqua sono state definite «negative»