A cura della Redazione
Parla per oltre un’ora Giosuè Starita, sindaco di Torre Annunziata. Nella sala stampa del Giraud, il primo cittadino spiega le ragioni che hanno portato allo sgombero di Palazzo Fienga e come l’Amministrazione ha affrontato, e continua ad affrontare, l’emergenza. Le sue sono dichiarazioni che pongono fine alle tante illazioni e critiche mosse ai danni del Comune. «C’era bisogno di approfondire alcuni aspetti della vicenda ed evitare che si speculasse sull’accaduto - ha esordito -. Quella di Palazzo Fienga è una storia che parte da lontano. La prima ordinanza di sgombero risale al 1982. L’edificio presentava criticità sul piano strutturale. Un’altra ordinanza fu firmata nel 2003 da parte dl sindaco Cucolo, ed infine io stesso ho firmato nell’agosto 2014 l’ultima ordinanza di sgombero in seguito ad una perizia tecnica effettuato dall’ing. De Riso, luminare in materia, il quale nella relazione conclusiva dichiara che “le condizioni dell’immobile sono incompatibili con la presenza di essere umani”. Da ciò il sequestro preventivo ordinato dalla Procura di Torre Annunziata e convalidato successivamente dal Gip di Napoli. Infine, c´è stato l´intervento anche della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia, ndr), per la quale Palazzo Fienga era divenuto un luogo simbolo della camorra, dove erano stati pianificati delitti e venivano gestiti i traffici illeciti del clan Gionta. Gli interventi di carattere emergenziale messi in atto a seguito dello sgombero – commenta il sindaco - sono stati adottati nel rispetto dei principi giuridici. Abbiamo provveduto, a nostre spese, a fornire assistenza, un riparo ed il vitto alle tutte famiglie sfollate». Centocinquanta circa le persone che sono state sistemate tra i box di via Tagliamonte, la scuola di via Isonzo ed un albergo a Pompei. «Per loro, il Comune spende dai 4 ai 5 mila euro al giorno, un impegno considerevole che dimostra come non abbiamo lasciato soli gli sfollati – sottolinea Starita -. A tal proposito, adiremo le vie legali per il recupero, a danno dei 119 proprietari delle abitazioni di Palazzo Fienga, delle somme di denaro spese per l’emergenza. Va sottolineato, inoltre, che le spese per la messa in sicurezza dell’edificio e i per traslochi sono state effettuate attingendo dal “fondo giustizia”. E’ inaudito che, in tutti questi anni, gli stessi proprietari non abbiano ottemperato alle ordinanze di messa in sicurezza dell’edificio. Per quanto riguarda i criteri di assegnazione delle destinazioni delle famiglie, sono stati concertati con le forze dell’ordine. E’ evidente che gli “alloggi” non rappresentano soluzioni definitive ed è altrettanto chiaro che le sistemazioni sono del tutto temporanee. Per questo l’Amministrazione seguirà le famiglie nella ricerca di una nuova casa». Starita elogia la sinergia tra le Istituzioni nell’affrontare questa emergenza. «C’è stato un grande lavoro della task force operativa, alla quale hanno preso parte il comandante dei vigili urbani ed i rappresentanti di polizia, carabinieri e guardia di Finanza. Fondamentale il nostro apporto, come sottolineato anche dalla stessa Procura e dalla DDA. Sono contento che il tutto sia avvenuto senza incidenti e tensioni. Abbiamo agito con capacità, determinazione e tempestività». Critiche nei confronti di coloro che hanno affermato che lo sgombero era stato effettuato per evitare lo scioglimento del Consiglio comunale. «E’ una menzogna. Lo sgombero – spiega Starita – era una delle prescrizioni del Prefetto poste in seguito alla conclusione dell’attività svolta dalla Commissione d’Accesso. Lo stesso Ministero dell’Interno ha chiuso anche la questione relativa alle pescrizioni, non ravvisando alcuna irregolarità nell’operato dell’Amministrazione. Ho firmato l’ordinanza ed è stato lo stesso Prefetto a decidere, così come stabilito dalla legge. L’intero iter si è svolto nella massima correttezza dei ruoli di ciascun interprete istituzionale in questa vicenda». A chi gli chiede perché Palazzo Fienga non sia stato sgomberato nel corso di oltre trent’anni, Starita risponde: «La legge affida al Prefetto questo potere, dopo che il sindaco abbia emanato le relative ordinanze. Evidentemente negli anni addietro non si era optato per questa decisione». Per Starita, lo sgombero ha rappresentato una svolta straordinaria per la città. «Dopo anni, abbiamo liberato una zona che era divenuta il covo del clan Gionta. Dispiace che non sia stato sottolineato, da stampa, politica e rappresentanti delle associazioni che combattono le Mafie, questo aspetto. Solidarietà sì per le famiglie sfollate, ma occorreva anche e soprattutto evidenziare l’importanza di tale atto sul piano della legalità e della rinascita civile. Evidentemente – ha chiosato il sindaco – c’è un’anticamorra di facciata, che emette solo proclami, ed un’altra operativa, come noi abbiamo dimostrato. La città è stata scossa dal torpore in cui versava da circa quarant’anni. Credo sia questo l’aspetto più importante su cui bisognava concentrarsi. Mi aspettavo una reazione diversa delle forze sane della città. Ed invece si è parlato solo della sistemazione delle famiglie sfollate». Ma quale sarà il futuro di Palazzo Fienga? E’ lo stesso sindaco ha tracciare le linee guida. «Abbiamo diverse idee al riguardo - continua Starita -. Innanzitutto, proveremo ad includere la sua riqualificazione nel progetto relativo al Quartiere Carceri, anche se Palazzo Fienga non rientra in tali confini. In ogni caso, contiamo di collocarvi al suo interno il Commissariato di Polizia, associazioni ed alloggi per gli ufficiali dei carabinieri che operano a Torre Annunziata». Accontonata la questione Palazzo Fienga, la conferenza stampa è poi proseguita su altri temi, su cui il primo cittadino ha voluto soffermarsi. «Torre Annunziata è il Comune della provincia di Napoli che ha la maggiore spesa pro capite per la lotta alla povertà – ha dichiarato Starita -. A fronte dei 9 euro in media spesi in Campania, noi ne spendiamo non meno di 25. Questo perché la città vive un forte disagio sociale ed economico, che si combatte solo con la creazione di posti di lavoro. A tal riguardo, posso dire che con la Zona Franca Urbana le cose stanno finalmente cambiando in meglio. Le attività commerciali sono cresciute del 12 per cento, con 173 nuove aperture e conseguenti assunzioni. Ci sono 12 milioni di euro per l’area di crisi industriale; 33 milioni di euro per la riqualificazione del Porto e della Salera, oltre al completamento della bretella di collegamento con l’autostrada. I lavori previsti dal Contratto di Quartiere (I e II) del Penniniello – prosegue Starita – consentiranno la riqualificazione dell’area. La palestra della scuola del Penniniello ospiterà il Comando dei vigili urbani ed altre attività sociali. Un milione e mezzo di euro saranno destinati alla realizzazione della nuova struttura che ospiterà l’Informagiovani. Poi ci sono il nuovo centro commerciale di traversa Andolfi ed il progetto Garanzia Giovani, con settantina tirocini attivati dal Comune. Noi - conclude Starita – la nostra parte la stiamo facendo per intero, pur tra mille problemi e difficoltà». DOMENICO GAGLIARDI