A cura della Redazione
“Luigi ora è un angioletto che vola e che protegge i suoi genitori dall’alto del cielo”. Così Torre Annunziata saluta il piccolo Luigi Panico, il bambino deceduto in seguito ad uno spaventoso incidente stradale verificatosi sabato scorso in via Ercoli a Rovigliano. Centinaia di persone hanno gremito la chiesa di San Michele Arcangelo e il piazzale antistante, partecipando al dolore della famiglia e di un’intera comunità. Una bara bianca, fiori, applausi, pianto e disperazione di chi l’ha conosciuto e di chi ha voluto abbracciare i familiari in questo giorno d’addio. Mentre la città si ferma e il dolore pervade anche i non presenti, arrivano le parole dell’omelia di mons. Raffaele Russo, il sacerdote che ha celebrato il rito funebre. “L’unica risposta a tanta sciagura è la fede - afferma con voce commossa dall’altare -. Non esistono spiegazioni razionali, non esiste un perché. Umanamente i genitori cercheranno, per il resto della loro vita, di trovare una risposta a questa loro tragedia, ma solo nel Signore troveranno soluzione e pace. Due famiglie sono state distrutte – esclama - quella di Luigi e quella del ragazzo che guidava la moto. Lungi da noi esprimere giudizi, ma questo ragazzo porterà per sempre il peso del decesso di un bambino di soli cinque anni. Luigi, da Lassù, pregherà anche per lui. Ha voluto lasciarci un messaggio con la sua morte, ossia che tutti i bambini di questo territorio devono essere rispettati e amati, non maltrattati. Dobbiamo chiedere scusa a Luigi e a tutti i bambini di questa bella ma martoriata città». Poi rivolgendosi direttamente al piccolo Luigi, mons. Russo prosegue: «Scusaci se non siamo riusciti a proteggerti. Sappiamo però che la parte più bella di te, ossia la tua anima, ora è dinanzi a Gesù e sarà lui stesso a dare la forza alla tua mamma e al tuo papà. A noi non resta che pregare”. Al termine della cerimonia funebre un lungo applauso accompagna la piccola bara all’uscita dalla chiesa, mentre decine di palloncini bianchi volano in cielo. Luigi era un bambino spensierato che aveva scritto una letterina a Babbo Natale. Desiderava avere in regalo una pista, voleva giocarci. Forse ora lo sta facendo, in compagnia di altri bimbi in Paradiso. Questa immagine genera speranza e colma quel vuoto che la sua morte prematura ha lasciato nei suoi cari e nei cuori di chi ha letto di questa triste vicenda. Intanto il piccolo Luigi ora veglia sulla sua mamma che, ignara del tragico epilogo dell’incidente di quel maledetto sabato, cerca di rimettersi al più presto per riabbracciare i suoi cari. L´attenderà un´altra dura prova. Il tempo e l’affetto del marito e della figlioletta leniranno forse il suo dolore, ma mai cancelleranno il ricordo di quell’angioletto che è volato in cielo. Troppo maledettamente presto. ENZA PERNA