A cura della Redazione
Rimbalza a Pompei, emblema dello stato di crisi in cui è precipitata la cultura in Italia, la protesta nazionale dei sindacati e della società civile che chiedono un’inversione di rotta nella politica di settore riguardo alla tutela del patrimonio archeologico nazionale. Si assiste ad un degrado costante a cui non corrisponde ancora una decisa presa di coscienza della problematica da parte degli organismi che governano il settore dei Beni Culturali, che arretra costantemente non solo per mancanza di risorse ma anche per le scarse idee ed organizzazione. La Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei ha comunicato che, a causa della convocazione di un’assemblea sindacale indetta dalle organizzazione sindacali Cgil, Cisl, Uil, si verificheranno probabilmente disagi per le decine di migliaia di turisti che ogni giorno arrivano a Pompei. L’apertura degli Scavi di Pompei, Ercolano, Oplontis, Stabia e Boscoreale, nella giornata di venerdì 28 giugno, slitterà presumibilmente dalle ore 8.30 alle ore 11. I sindacati aziendali locali, da parte loro, hanno reso noto il testo di un telegramma con cui hanno chiesto al ministro Bray di anticipare l’incontro previsto l’8 luglio, al fine di includere nel contesto generale di critica all’andamento attuale settore dei Beni Culturali, le tematiche del un tavolo di confronto che per Pompei non possono essere più rimandate. Le lagnanze riguardano in primis il fallimento organizzativo della Soprintendenza di Napoli e Pompei. Seguono la scarsezza delle risorse economiche e di personale, i ritardi degli appalti per i restauri, il problema dell’inquinamento da amianto ed i ritardi nel pagamento delle indennità ai custodi. “Riorganizzare un settore alla deriva per farlo diventare un volano economico”. E’ la proposta che parte dai sindacati provinciali di Napoli, impegnati in una lotta che non deve essere strumentalizzata da chi mira a danneggiare il turismo. E’ una giornata nazionale di protesta che potrebbe essere revocata all’ultimo momento, anche se l’assemblea di domani, proclamata nell’Auditorium degli Scavi di Pompei, è probabile che permanga. Prosegue, dunque, la mobilitazione generale al fine di riorganizzare il settore dei Beni Culturali vesuviani, che è allo sbando. Il fine è quello di dare risposte ai dipendenti del Ministero che puntano sulla valorizzazione delle loro professionalità. Sono state contestate le scelte dei precedenti governi che hanno pregiudicato, con le loro scellerate iniziative, sia la tutela che la valorizzazione di Pompei e degli altri siti archeologici vesuviani. Con le due giornate di mobilitazione (il 24 giugno scorso ed il 28 giugno) le Organizzazioni Sindacali hanno messo al centro dell’attenzione i problemi di un settore qualificato e trainante per l’economia del Paese, chiedendo al Governo soluzioni concrete per il suo rilancio, anche con deroghe governative alle attuali norme. I sindacati, insieme alla società civile, mettono in evidenza la drammatica carenza degli organici e l’esigenza di cambiar rotta sulla politica fallimentare di portare all’esterno i servizi che un tempo svolgevano le Soprintendenze. MARIO CARDONE twitter: @mariocardone2